Milano – Un’anomalia da verificare come tante altre. Un alert a cui rispondere come un’altra decina ce ne sono stati nel corso della lunga giornata trascorsa dalle forze dell’ordine dentro e fuori dal Teatro alla Scala per la Prima di Don Carlo. È la ratio del controllo a cui è stato sottoposto al primo intervallo il loggionista Marco Vizzardelli, che ha urlato la frase “Viva l’Italia antifascista” al termine dell'esecuzione dell'Inno di Mameli da parte dell'orchestra del Piermarini; peraltro la stessa procedura è stata seguita con l'altro spettatore che prima dell'Inno ha urlato “No al fascismo” dal lato opposto del loggione.
Il comunicato della Questura
Una “ordinaria modalità di controllo preventivo per garantire la sicurezza della rappresentazione – ha spiegato la Questura in una nota – L’iniziativa non è stata assolutamente determinata dal contenuto della frase pronunciata, ma dalle particolari circostanze, considerate le manifestazioni di dissenso poste in essere nel pomeriggio in città e la diretta televisiva dell'evento, che avrebbe potuto essere di stimolo per iniziative finalizzate a turbarne il regolare svolgimento".
Il precedente
Tradotto: la verifica sull'identità è stata effettuata solo per capire chi fosse la persona in questione e per escludere che avesse altre intenzioni oltre a quella di gridare quella frase. Del resto, va ricordato che esattamente un anno fa la facciata della Scala era stata imbrattata dagli attivisti di Ultima Generazione e che solo qualche ora prima i militanti del movimento che si batte contro i cambiamenti climatici avevano preso di mira la Basilica di San Marco a Venezia con fango e Nesquik.
Gli altri episodi della giornata
L'anomalia della frase scandita dopo l'Inno non è stata l'unica della giornata: tutte sono state vagliate dal dispositivo di sicurezza che dalle 13.30 è stato impegnato per il debutto della stagione lirica al Piermarini. Da un alert poi rientrato delle unità cinofile alle persone senza accredito né titolo che si sono presentate ai varchi per cercare di entrare nella zona "rossa" delimitata dalle transenne. Fino a un uomo in smoking che è uscito dal foyer subito dopo l'ingresso del presidente del Senato Ignazio La Russa con un bicchiere vuoto in mano: visto che stavano per entrare altre due personalità invitate alla Prima, un poliziotto l'ha notato e gli ha chiesto cortesemente di consegnargli il bicchiere. Tutto si è risolto nel giro di pochi secondi: la situazione è stata valutata, giudicata potenzialmente pericolosa e affrontata, senza tensioni e senza che nessuno se ne accorgesse.
Controlli di routine
Del resto, i controlli che avvengono quotidianamente in strada seguono più o meno lo stesso schema: può capitare che l'equipaggio di una Volante in pattuglia noti qualcosa di strano e si fermi a controllare, chiedendo conto alle persone direttamente coinvolte; nel caso non emerga niente di particolare, tutto riprende regolarmente. Così come vengono chiesti i documenti a chi segnala un fatto appena avvenuto, per avere sempre il maggior numero di informazioni a disposizione.