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Cosa unisce Fedez, Salvini, Lazza ed Emis Killa? Un ultrà di nome Luca Lucci: “Ora vi racconto la storia più bella della vostra vita”

Il capo ultrà del Milan in carcere è accusato di associazione a delinquere: “Fedez? Un mio carissimo amico. Salvini? Non lo volevo alla festa rossonera”

Luca Lucci insieme a Matteo Salvini (a sinistra) ed Emis Killa (a destra)

Luca Lucci insieme a Matteo Salvini (a sinistra) ed Emis Killa (a destra)

Milano – Dietro le porte chiuse dell’aula bunker di Milano, davanti ai magistrati che indagano sugli affari sporchi delle tifoserie milanesi, l’ex capo della curva milanista Luca Lucci ha descritto il rapporto che intercorreva tra lui e altre diverse persone, tra cui il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e i rapper Fedez ed Emis Killa. Attualmente, Lucci è indagato per associazione a delinquere con l’accusa di essere il capo dell’organizzazione criminale che si era presa il secondo anello blu di San Siro.

Fedez “è mio amico”, “per me è un mio carissimo amico”, ha detto Lucci. Ma “si è voluto appositamente far pensare (...) che dietro Fedez, dietro l'artista, c’era la curva, che c’erano i picchiatori”. Vi pare “normale – ha aggiunto – che è da 7 mesi che si parla dei miei rapporti con Fedez e con Emis Killa?”. Questi passaggi sono la trascrizione delle dichiarazioni rese in tribunale il 15 aprile scorso.

Luca Lucci e Fedez
Luca Lucci e Fedez

Lucci, che dallo scorso settembre è in carcere dopo essere stato arrestato nel della Squadra mobile coordinato dai pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra, parla di come è nata “l’amicizia” col rapper di Rozzano (non indagato nell’inchiesta) e delle vicende riportate negli atti che hanno accostato il capo ultrà e il cantante.

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Tra questi l’episodio dell’aggressione a Cristiano Iovino, a cui prese parte anche Cristian Rosiello, capo ultrà e guarda del corpo di Fedez. Lucci ha raccontato di aver messo in contatto Rosiello e Fedez per amicizia: “Ho trovato un posto di lavoro a una persona, a un mio amico. Un mio amico ne aveva bisogno, l'altro aveva bisogno di sistemarsi, ho cercato di congiungere le cose”. Lucci, che da più udienze sta respingendo le accuse di essere stato a capo di un’associazione per delinquere,, ha sostenuto anche di non essere stato “l’istigatore” dell'azione contro Iovino. “Come si fa a far passare per mesi che c’è un furgone con sopra ultras della curva del Milan...”.

E ancora: “Rosiello ha un contratto diretto con Fedez, non ha un contratto con me”. Lucci ha dichiarato – a verbale – anche di non aver mai messo “a disposizione degli artisti uomini della curva per mantenere la loro sicurezza”. Ha riferito che il primo nome che aveva proposto, dopo che Fedez gli aveva chiesto un uomo per protezione, non era Rosiello. “Te lo sconsiglio – gli avrebbe detto – perché è legato all’ambiente della curva e sia mai che ti collegano alla curva”.

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Nelle oltre cento pagine di trascrizioni dell’udienza davanti alla giudice dell’udienza preliminare Rossana Mongiardo, Lucci racconta anche della nota foto che lo ritrae insieme al ministro Salvini, scattata il 16 dicembre 2018 in occasione della festa per i 50 anni della curva Sud all’Arena civica. “Vi racconterò la storia più bella che avete mai sentito nella vostra vita”, attacca Lucci. “Non volevo Salvini alla festa della Curva, non per la mia chiara simpatia politica (ha detto di essere sempre stato di estrema sinistra, ndr) ma esclusivamente perché la Curva Sud (...) ha fatto un lavoro molto duro per estirpare la politica”. Secondo Lucci “un po' di ragionevolezza” avrebbe dovuto portare un politico a decidere di non andare “a una festa ultras”.

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Matteo Salvini e Luca Lucci alla festa per i 50 anni della Curva Sud del Milan nel 2018 all'Arena Civica

Ma quindi quando è stata scattata la foto? Dopo che Salvini salutò i giocatori – questa la versione di Lucci, “nel tornare mi vede (...) mi riconosce, passa, gli do una pacca sulla spalla ed è la foto che gira da un sacco di tempo”. E a quel punto, ironizza il capo ultrà, “io divento il grande amico di Salvini”. Giorni dopo, prosegue il racconto, Fedez postò un foto in cui attaccava Salvini mettendo quell’immagine e scrivendo “a lui sei andato a citofonare? Al tuo amico spacciatore?”.

Successivamente “Fedez chiede a Lazza”, altro rapper, “se poteva venire a vedere una partita in curva insieme a noi”. Gli viene fatto presente che il capo curva è Lucci, quello che lui ha insultato con quel post, e a quel punto “la settimana dopo mi ritrovo nel mio negozio Fedez (...) per chiarire questa roba qua e da lì nasce un'amicizia”. Lucci ha negato di aver mai tentato di far entrare una bibita sponsorizzata da Fedez allo stadio, come ricostruito in intercettazioni. “Abbiamo parlato di più cose lavorative – ha precisato – una di queste era prendere una discoteca (...) lo reputo super intelligente, super corretto (...) parlavamo tutti i giorni”. Fedez gli parlò il giorno dopo del caso Iovino e siccome era ancora preoccupato, Lucci gli avrebbe detto: “Qualsiasi persona ti chiama non andare, fai chiamare a me”.

Lucci ha ribadito infine di non aver mai avuto vantaggi economici dai rapporti col rapper. In tutto il verbale Lucci ripete che non vuole essere “etichettato” come Andrea Beretta, capo della Nord interista in carcere, come un “violento”. Dice di non avere “mai ordinato scontri”.