LAURA LANA
Cronaca

"Lorenzo adesso vola in alto". Palloncini, trombe e messaggi. I compagni salutano il 12enne

I ragazzi delle scuole e delle società sportive hanno riempito la chiesa di Santa Maria Nascente "Abbiamo ripreso le lezioni, sapendo che uno di noi non sarebbe stato più seduto al solito banco".

"Lorenzo adesso vola in alto". Palloncini, trombe e messaggi. I compagni salutano il 12enne

I ragazzi delle scuole e delle società sportive hanno riempito la chiesa di Santa Maria Nascente "Abbiamo ripreso le lezioni, sapendo che uno di noi non sarebbe stato più seduto al solito banco".

"Adesso vola più in alto che puoi". "T.V.B., non ti scorderò mai". "Guardami da lassù, io ti pensero da qui". Col pennarello nero hanno impresso i loro messaggi sui palloncini azzurri, portati verso la fine dell’omelia dell’arcivescovo Mario Delpini. "Ciao, Lorenzo", la scritta in stampatello su ognuno. In mezzo al grande mazzo, un palloncino argentato a forma di cuore. A farli volare in cielo sono stati i suoi amici. I compagni di scuola e di classe, che hanno indossato la maglia dell’istituto Allende della 5A. I ragazzi che condividevano con lui la passione per lo sport e per la pallavolo, che si sono presentati con la t-shirt verde della polisportiva Posl dell’oratorio San Luigi. C’era anche la banda musicale giovanile di Paderno con le magliette gialle. Tutti a salutare Lorenzo e i suoi genitori, Daniela e Fabio, uccisi meno di due settimane fa dal fratello maggiore Riccardo. "A scuola abbiamo un progetto che si chiama “La scuola che sbanda“, dedicato alle terze, quarte e quinte elementari e il piccolo Lorenzo stava imparando a usare il trombone", ha raccontato un maestro di musica del gruppo. Che, proprio all’uscita delle bare, sul sagrato della chiesa di Santa Maria Nascente ha intonato un brano di Ennio Morricone. Musica e applausi, dopo il silenzio. "Non riesco a fermare le lacrime", confessava una ragazza alla madre, alla fine del funerale. "Per alcuni giorni non abbiamo raccontato nulla a nostra figlia. Come le spieghi che un suo compagno è stato ucciso? Poi è stato inevitabile". È stato un giovedì difficile per gli adolescenti di Paderno Dugnano. È stato un primo giorno di scuola segnato dal lutto, con gli studenti che hanno varcato gli ingressi degli edifici segnati dalle bandiere a mezz’asta.

"In genere sei contento di ritrovare i tuoi compagni. Un po’ dispiaciuto per la fine delle vacanze e perché si torna ai compiti e ai pomeriggi a studiare. Ma noi oggi siamo entrati a scuola sapendo che uno di noi non c’era più", ci ha spiegato un gruppo di 13enni tra le lacrime in via Roma. "È un anno scolastico che inizia in salita - ha commentato il sindaco Anna Varisco, presente alle esequie in fascia tricolore, dopo la proclamazione della giornata di lutto cittadino -. Il mio suggerimento è di iniziare questo nuovo ciclo con un momento di raccoglimento, che può essere un momento di silenzio o di confronto. Noi staremo vicini a tutta la comunità scolastica". Proprio ai giovani è stata indirizzata l’omelia di monsignor Delpini. A quei giovani che ieri hanno occupato le panche a destra, quelle davanti al coro, insieme ai loro insegnanti. "“Forse qualcuno dirà che la mia vita è stata un niente, ma invece io voglio essere un inno alla vita e voglio vivere in eterno“ - così l’arcivescovo ha fatto parlare Lorenzo in un ipotetico dialogo con Dio -. “Voglio cantare la vita anche per quelli della mia età che vivono tristi, arrabbiati e che sono pessimisti. Voglio cantare la poesia della vita, degli amici, del diventare grande, del coltivare speranze".

La comunità cristiana di Paderno Dugnano ha voluto avviare una riflessione sui giovani con una lettera aperta a tutta la città. Una lunga riflessione dopo la tragedia, nata all’interno di una famiglia “normale“. "Tutto questo ci interroga su come noi adulti viviamo ed educhiamo alla relazione buona, alla cudtodia della nostra e altrui vita, come ci mettiamo in ascolto tra generazioni, come sappiamo cogliere e accogliere le fragilità, i silenzi, le solitudini e le fatiche dei più giovani. Siamo sicuramente sgomenti", hanno scritto i sacerdoti, le consacrate e i membri del consiglio pastorale della comunità Giovanni Paolo II di Paderno. "Molti di loro (i ragazzi, ndr) chiedono ascolto, fiducia, affetto e sguardo positivo sulle loro attese, dialogo e attenzioni sinceri sui loro progetti e sulle fragilità, spesso velate, inesplorate e inespresse".