Il Long Covid ha colpito il 45% dei milanesi infettati e ucciso 350 persone tra il 2021 e il 2022

I dati dell’Istituto superiore di Sanità fotografano una situazione che rischia di avere un grosso impatto sul Ssn. Per questo l’Ordine dei medici di Milano lancia un corso di formazione apposito

Il long Covid colpisce il 45% delle persone che si sono infettate nei mesi scorsi

Il long Covid colpisce il 45% delle persone che si sono infettate nei mesi scorsi

Milano, 19 giugno 2024 – Il 45% dei milanesi (e degli italiani) che si è ammalato di Covid nel corso di una delle tante ondate degli anni scorsi adesso sta sperimentando la sindrome da long Covid. Lo dicono i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità. Questi i sintomi: fatica, mal di testa cronico, difficoltà a compiere attività quotidiane, ma anche problemi cardiaci e neurologici. Una situazione che rischia di avere un forte impatto sul Sistema sanitario nazionale. Sempre secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia, tra il 2021 e 2022, i decessi collegati al post Covid sono stati 4.700, un numero certamente sottostimato. Nel milanese una proporzione indica un atteso intorno ai 350 decessi. Numeri che richiamano alla necessità di una maggiore sensibilizzazione al tema, sia della medicina del territorio che della popolazione.

Per questo motivo da domani, 20 giugno, sulla piattaforma di OMCeOMi (l’Ordine dei medici e dei chirurghi di Milano), parte la formazione a distanza “Epidemiologia, clinica e gestione della Sindrome Post Covid”. “Il fenomeno della sindrome post Covid – spiega Roberto Carlo Rossi, presidente OMCeOMI – determina un impatto sociosanitario rilevante sul Sistema Sanitario Nazionale. Le persone colpite presentano, a distanza di settimane dal termine dell’infezione acuta, varie manifestazioni cliniche subacute e croniche, spesso decisamente invalidanti e perduranti nel tempo, anche diversi mesi con un impatto sensibile, oltre che sui costi assistenziali e gestionali, anche sulla qualità della vita della persona. I primi numeri disponibili lo dimostrano, e molti altri ne arriveranno a confermarlo. Da qui la necessità di realizzare un corso specifico, per età adulta e pediatrica, che possa essere di aiuto nel riconoscimento e nel trattamento di questa sindrome definendo soprattutto un percorso cui avviare i pazienti, che spesso dichiarano di sentirsi poco compresi e aiutati. Se in qualche misura grazie ai vaccini e alle migliori conoscenze siamo riusciti a contrastare gli effetti della ‘prima’ infezione da Covid, oggi la sfida, se così la vogliamo chiamare, è rappresentata dalla capacità di gestire al meglio anche gli effetti del Long-Covid. Ancora una volta – continua Rossi – l’OMCeO ambrosiano si fa apripista di una tematica che viene fatta passare quasi sotto silenzio ma che colpisce molti cittadini (e molti medici, che si sono ammalati in prima linea) e che non hanno neppure riconosciuta un’esenzione per patologia o tabellato un codice specifico di invalidità”.