ANDREA GIANNI
Cronaca

Invalido di 92 anni bloccato per due giorni nel corridoio del pronto soccorso

La figlia di Rosario, anziano affetto da Parkinson: “l medici sono stati efficienti e gentili, il problema è nel sistema”. Ieri il trasferimento in reparto. Da un’ambulanza privata richiesti 90 euro per un percorso di cinque chilometri

Pronto soccorso (Archivio)

Pronto soccorso (Archivio)

Milano, 25 luglio 2024 – "Non è colpa di medici o infermieri perché stanno facendo l’impossibile: il problema è nel sistema, nella carenza di risorse e personale pubblico, soprattutto nella sanità. Siamo in estate, ma i malati non vanno in vacanza". Paola Barbagallo da lunedì, quando il padre 92enne e invalido si è sentito male, sta vivendo un’odissea.

Finalmente il trasferimento

Ieri sera l’uomo, Rosario, è stato infine spostato dal corridoio del pronto soccorso dell’ospedale San Carlo, dove è rimasto per quasi due giorni, e trasferito in una stanza nello stesso reparto, dove "almeno è in una condizione più dignitosa".

Una situazione di disagio che in piena estate, quando il caldo acuisce le sofferenze di anziani e persone affette da patologie, è comune a diverse famiglie milanesi. Un periodo che vede un aumento degli accessi negli ospedali e nei presidi sanitari, rispetto agli altri mesi.

"Il numero di accessi è in linea con quello di luglio dell’anno scorso – spiega la direzione del San Carlo – ma rispetto all’anno scorso si evidenziano problematiche socio-assistenziali più articolate. Le persone stanno ricevendo tutta l’assistenza necessaria".

E il padre di Paola Barbagallo, nello specifico, è stato lasciato nel corridoio del pronto soccorso anche perché erano in corso attività di pulizia e sanificazione in alcune stanze della struttura.

Il malore e il mancato ricovero

L’odissea della famiglia è iniziata lunedì scorso quando il padre, che vive nella sua casa assistito da una badante, si è sentito male. I parenti hanno chiamato il 112, e l’uomo è stato portato al pronto soccorso del San Carlo, da dove è stato dimesso lunedì sera.

"Hanno detto che non c’erano posti e non era necessario un ricovero – spiega la donna – e noi non sapevamo come portarlo a casa. Abbiamo chiamato un’ambulanza privata, ci ha chiesto 90 euro per un percorso di 5 chilometri, dall’ospedale a casa nostra. Ero uscita di casa solo con la patente e il cellulare, ho chiesto se potevo fare un bonifico ma mi hanno risposto di no. Allora, facendomi aiutare da altre persone, ho dovuto caricare mio padre in auto e portarlo a casa così, nonostante le sue condizioni".

Martedì mattina, poi, l’uomo, affetto dal morbo di Parkinson, è caduto. I familiari hanno chiamato di nuovo il 112, e l’uomo è stato trasportato per la seconda volta al pronto soccorso dell’ospedale San Carlo.

Carenza di personale

"Lo hanno visitato e poi lasciato nel corridoio – racconta Paola – sono rimasta impressionata dalla presenza di tanti anziani in queste condizioni. I medici sono stati efficienti e gentili, ma purtroppo è un sistema che non funziona. Sopravvive solo chi ha i soldi, e può rivolgersi a strutture private. Da dipendente pubblico, capisco che è anche un problema di carenza di personale, soprattutto nella sanità. È una situazione che non stiamo vivendo solo noi ma, purtroppo, tante famiglie milanesi".

Infine l’uomo, ieri sera, è stato spostato dal corridoio in una stanza del pronto soccorso, separata dalla corsia, al riparo dal continuo passaggio di pazienti e personale sanitario.