REDAZIONE MILANO

L’incontro a Milano: "L’antisemitismo ci ha colti di sorpresa"

Le istituzioni al ricordo delle vittime di Hamas

Le istituzioni al ricordo delle vittime di Hamas

Le istituzioni al ricordo delle vittime di Hamas

"L’ondata di antisemitismo ci ha colto di sorpresa. I segnali c’erano da anni. Non li abbiamo voluti vedere". Così Alfonso Arbib, rabbino capo della Comunità ebraica di Milano ha raccontato l’attacco a Israele del 7 ottobre scorso e soprattutto quello che ne è seguito, durante la serata nella sinagoga del capoluogo lombardo organizzata per ricordare le vittime di Hamas. Una serata di dolore e riflessione, ma anche di appelli. Politici e umani. Per "la liberazione degli ostaggi e per il cessate il fuoco", come recitava lo striscione esposto durante il presidio organizzato nella mattinata in piazza San Babila.

Nella sinagoga di via della Guastalla, accanto alla senatrice a vita Liliana Segre, sono arrivate le istituzioni nazionali e locali per far sentire senza ambiguità la loro vicinanza alla comunità ebraica. C’era il presidente del Senato Ignazio La Russa e quello del Copasir Lorenzo Guerini, il sindaco Giuseppe Sala e il presidente della Regione Attilio Fontana, il prefetto Claudio Sgaraglia e il questore Bruno Megale, la ministra del Turismo Daniela Santanchè e il collega dell’Istruzione Giuseppe Valditara (con un videomessaggio).

Ma prima dei messaggi di solidarietà è toccato a Ilan Boni, vicepresidente della Comunità ebraica milanese, inquadrare l’orrore spalancato su Israele il 7 ottobre 2023: "I rastrellamenti casa per casa, intere famiglie sterminate, madri uccise davanti ai figli e figli uccisi davanti alle madri, abusi e torture di ogni tipo". E quei 1.200 morti e 240 ostaggi, i cui nomi e foto scorrono sugli schermi. "Ciascuno di noi ogni mattina deve guardarsi allo specchio e pensare a loro", dice il presidente della comunità Walker Meghnagi.

Per La Russa quello del 7 ottobre "è il più grave degli attacchi del dopoguerra. Non è mai capitato un attacco di questo genere, e certamente per perseguire la pace la precondizione è che gli stati arabi smettano di sostenere che non è legittima l’esistenza, non la politica ma l’esistenza, di Israele" altrimenti "sarà impossibile trovare una pace giusta".

Dello stesso tenore le parole del sindaco Giuseppe Sala che, incassato il benvenuto di Meghnagi ("C’è stato qualche misundestanding tra noi, spero ora superato"), dice che l’attacco di Hamas di un anno fa "è stato il più grande pogrom di ebrei dalla seconda guerra mondiale, dal mio punto di vista più di tutto un insulto alle donne. Naturalmente c’è bisogno di riaffermare la politica, il dialogo, ma oggi siamo qui per portare solidarietà alla comunità ebraica" e "non ci dev’essere alcuna ambiguità, l’antisemitismo mascherato da antisionismo di maniera non deve mai essere banalizzato" né "forme di razzismo considerate ’ragazzate’". Il primo cittadino ha poi chiuso il suo intervento con "un pensiero speciale a Liliana Segre. Vorrei dirti che al di là dell’affetto tra di noi, tu sei una guida per me e per i milanesi. In questo momento direi la guida più importante che ha Milano".

Giulia Bonezzi

Luca Tavecchio