BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Lgd, a Truccazzano il presidio non si ferma: "Reintegrate 40 licenziati"

I Sì Cobas di nuovo ai cancelli della Lgd-magazzino Unes. La coop: "Così a rischio 1.200 posti di lavoro"

I magazzinieri proseguono la loro protesta

"Non ci muoviamo da qui fino al reintegro dei 40 licenziati". I Sì Cobas sono di nuovo ai cancelli della Lgd-magazzino Unes di Truccazzano. La cooperativa leader nella logistica alimentare parla "di rischio per la catena e di tenuta quasi impossibile dei conti: le perdite causate dai blocchi illegali hanno superato il livello di guardia. Questa condotta trascina verso il baratro 1.200 posti di lavoro. Tutta la nostra fiducia è riposta nelle istituzioni, confidiamo in un loro rapido intervento", dice il presidente Giuseppe Ghezzi.

Un altro weekend di tensione nella piattaforma dopo gli sgomberi di inizio settimana da parte delle forze dell’ordine. Il braccio di ferro è cominciato a metà agosto "per problemi nelle buste paga", ricordano i sindacati, smentiti però dall’azienda: "In otto mesi abbiamo ricevuto due contestazioni, subito risolte: erano trattenute dovute e non comprese, i chiarimenti si sono conclusi con la firma di verbali – ricorda Daniele Romano, responsabile delle relazioni industriali della coop –. Per questo non capiamo i 18 blocchi che sono alla base dei licenziamenti: una reazione priva di fondamento. Abbiamo cercato a lungo il dialogo con Si Cobas, ma il sindacato non sembra interessato".

Dopo una tregua durata tre settimane, durante la quale si è tentata la mediazione fra le parti, la prefettura ha dovuto prendere atto della fumata nera. Dieci giorni fa, la decisione della società, di recapitare le lettere di licenziamento agli addetti già raggiunti da sospensioni e provvedimenti disciplinari per i disordini delle settimane scorse, ha innescato un nuovo duello. Con i cancelli controllati a vista dai manifestanti, sono tornate le lunghe file di tir che devono scaricare "soprattutto fresco, frutta e verdura", raccontano gli autotrasportatori inchiodati in interminabili code, "mentre le merci deperiscono – sottolinea Ghezzi –. Il 70% del nostro personale è iscritto a un’organizzazione sindacale, collaboriamo con tutte quotidianamente, non abbiamo mai chiuso le porte in faccia a nessuno. Più della metà degli altri 450 magazzinieri sparsi nelle piattaforme di Truccazzano, Vimodrone e Pozzuolo fanno riferimento a Cgil, Cisl e Cub con cui non abbiamo mai avuto problemi. Fra loro ci sono anche molti lavoratori iscritti al Si Cobas che al contrario dei 40 stanno regolarmente prestando servizio. La situazione è drammatica, ormai i capannoni sono quotidianamente sotto assedio: i blocchi coinvolgono tutta la filiera. Dobbiamo tornare a lavorare al più presto, o sarà la fine per tutti".