GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

L’emendamento al Pirellone Regalo in arrivo per i cacciatori coi fondi del Consiglio regionale

I centomila euro necessari per acquistare le fascette di riconoscimento dei richiami vivi da distribuire alle associazioni venatorie saranno attinti dal plafond dell’Aula consiliare.

L’emendamento al Pirellone  Regalo in arrivo per i cacciatori  coi fondi del Consiglio regionale
L’emendamento al Pirellone Regalo in arrivo per i cacciatori coi fondi del Consiglio regionale

di Giambattista Anastasio

Il regalo ai cacciatori si farà. E con soldi pubblici. Per l’esattezza attingendo alle disponibilità del Consiglio regionale. Così ha deciso la maggioranza di centrodestra, impegnata in queste ore nell’approvazione dell’assestamento di Bilancio. Non tutta la maggioranza, a dire il vero. Qualche assessore regionale mantiene le proprie perplessità sulla scelta: leggere per credere le dichiarazioni di Alessandro Beduschi, assessore regionale all’Agricoltura, di Fratelli d’Italia. Nulla hanno potuto le proteste delle opposizioni (dal Pd al M5S passando per il Patto Civico) né quelle delle associazioni animaliste e ambientaliste ritrovatesi ieri davanti al Pirellone. A spuntarla saranno il leghista Floriano Massardi e il meloniano Carlo Bravo, presidente e vicepresidente della commissione competente sulla caccia. Tutto nasce da loro, per chi si fosse perso l’antefatto: in commissione hanno fatto approvare un emendamento che prevede, tra l’altro, di stanziare 100mila euro per acquistare fascette di riconoscimento per gli uccelli usati come richiami vivi, come esche, da far poi pervenire ai cacciatori. Poco importa che si tratti, come detto, di soldi pubblici usati per uno scopo quantomeno parziale, poco importa che siano entrambi cacciatori e poco importa, infine, che Massardi, nel 2021, sia stato denunciato dai carabinieri forestali di Brescia con l’accusa di aver contraffatto proprio quattro contrassegni di riconoscimento (anellini, in quel caso) apposti al tarso di altrettanti tordi. Per dritto o per rovescio, bisognava trovare il modo di stanziare quei soldi e far arrivare le fascette ai cacciatori.

Ecco, allora, il plafond del Consiglio regionale. Curiosa la motivazione del provvedimento fatta pervenire a Il Giorno dallo stesso Bravo, in riferimento al primo articolo pubblicato in merito, quello datato 14 luglio: "Sarebbe corretto sottolineare che, da diversi anni a questa parte, i cacciatori lombardi versano annualmente quasi 4 milioni di euro di contributi alla Regione Lombardia. Pertanto, quei “soldi pubblici” da Voi citati sono in realtà derivanti dalle tasse versate dal mondo venatorio. Peraltro, la piccola somma stanziata nell’emendamento, pari a 100mila euro, non rappresenta nemmeno il 3% del totale incassato annualmente, lasciando il restante 97% circa a disposizione di tutti i cittadini lombardi".

Di questo passo perché non aspettarsi treni di pneumatici nuovi in dono alle migliaia di automobilisti che ogni anno contribuiscono al Bilancio regionale per somme più consistenti dei 4 milioni di euro versati dai cacciatori? Ma chi scrive può giurare che in maggioranza c’è pure chi, a tale obiezione, ha risposto sottolineando che, infatti, la Regione provvede a realizzare strade: come se la necessità e l’utilità pubbliche delle strade fossero paragonabili alla necessità e all’utilità pubblica delle... fascette per gli uccellini usati come esche nella caccia. Beduschi, come si era già scritto, non è mai stato entusiasta del provvedimento. Piaccia o no, lo si intuisce anche da quanto dichiarato ieri a domanda: "L’Aula ha un grosso potere, la commissione ha un grosso potere, che è quella di proporre e legiferare – sottolinea l’assessore come a voler prendere le distanze da quei 100mila euro usati in quel modo –. Credo che sul mondo venatorio bisognerà fare una bella riflessione, io nel mio mandato ho l’intenzione di procedere attraverso un riordino di un sistema complesso in Lombardia, che si basi soprattutto su dati scientifici e non ideologici. Le leggi sulla caccia vanno attualizzate, la mia idea era quella di un progetto di legge, di una struttura giuridica diversa dall’emendamento".