
Per la disabilità gravissima e grave in Lombardia ci sono due misure: B1 e B2
Si scrive "B2", è una misura di sostegno alle persone con grave disabilità, ma si legge "terno al lotto". Per poterne beneficare non basta averne diritto, non basta avere i requisiti previsti dalla legge, bisogna sperare che i soldi stanziatin siano sufficienti non ad accontentare tutti, fatto che non avviene mai, ma a ridurre il più possibile la platea degli esclusi, che è sempre decisamente nutrita. Una speranza che si è giocoforza costretti a coltivare e a rinnovare di anno in anno perché gli assegni previsti dalla B2 hanno durata annuale. Il Comune di Milano ha appena reso nota la graduatoria provvisoria per i dodici mesi compresi tra il primo luglio del 2025 e il 30 giugno del 2026. Le domande pervenute sono state in tutto 2.233. A fronte di 1.260 domande "accoglibili e finanziabili", ce ne sono 760 "accoglibili ma non finanziabili" per mancanza di fondi e, infine, 213 non idonee. Tradotto – al netto di queste ultime – le domande che avrebbero i requisiti per essere accolte ma per le quali manca la copertura economica sono il 36% del totale. Una persona con disabilità su 3 resta esclusa dalla possibilità di beneficiare degli assegni mensili della B2 pur avendone diritto. Ed è una percentuale che da qualche anno si ripete uguale a se stessa ad ogni graduatoria. Che fare?
Per Lamberto Bertolè, assessore comunale al Welfare, bisognerebbe premiare i Comuniche aggiungono risorse proprie a quelle trasferite dallo Stato. "Nel 2025, per la B2, abbiamo ricevuto dal Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze 5,8 milioni di euro, a fronte dei 5,5 milioni ricevuti nel 2024. Noi abbiamo già stanziato altri 3,6 milioni di euro nel Bilancio preventivo e proprio oggi (ieri per chi legge ndr),in Giunta, in vista dell’assestamento di Bilancio da approvare in Consiglio entro fine luglio, abbiamo licenziato una delibera che stanzia altri 1,2 milioni di euro per questa misura. Alla fine, quindi, le domande che potremo finanziare saranno 1.426". Quindi 166 in più di quelle previste dalla graduatoria provvisoria. Ma ne restano fuori ancora 694. "Solo cinque anni fa – rimarca allora Bertolè – le domande di B2 erano un quarto di quelle di oggi. E questo succedeva non solo perché la platea di chi ne ha bisogno ultimamente è esponenzialmente cresciuta ma anche perché noi abbiamo cercato di far conoscere l’esistenza della B2. La verità, ora, è che le risorse del Fondo nazionale devono essere drasticamente aumentate e la Regione dovrebbe riconoscere premialità ai Comuni che hanno il maggior numero di domande e che mettono soldi propri".