
La denuncia della mamma di un 14enne con sindrome di Down e autismo: l’Asst ha comunicato che il servizio sanitario non dà più le calzature speciali.
"Buongiorno gentilissima, come d’accordi invio in allegato il decreto ministeriale in vigore dal 5 febbraio 2025 in Lombardia. Come previsto dal Dpcm del 2017 le scarpe di serie non sono più prescrivibili". A ricevere questa mail è stata Giuseppina, madre di David, un bambino di 14 anni con gravissima disabilità. Ad inviargliela, due giorni fa, è stata l’assistente amministrativa dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (Asst) alla quale fanno riferimento lei e suo figlio. Il senso di quelle righe, tra decreti non adeguatamente indicati ed esplicitati, è semplice: da febbraio il servizio sanitario regionale, sulla scorta di quanto deciso a livello nazionale, ha smesso di assicurare gratuitamente le scarpe ortopediche ai minori e agli adulti con disabilità, anche a quelli con gravissima disabilità come David. Si taglia, si risparmia. "Si taglia e si risparmia a danno dei più fragili – precisa Giuseppina, inviperita –. Per le scarpe ortopediche, per il paio estivo e quello invernale, si arriva a spendere fino a 400 euro. Ma non si ha alternativa, non è un capriccio, i nostri figli devono calzare questo tipo di scarpe. Alcune patologie comportano problemi alla colonna vertebrale o alla deambulazione. David ha un piede più piccolo dell’altro".
Una situazione, questa, che andrà via via a coinvolgere sempre più famiglie. E che, a dispetto dei riferimenti normativi indicate dall’ASST in questa e in altre mail non è per nulla chiara. Ad un certo punto dalla stessa ASST fanno infatti presente che, in base ad un altro decreto, stavolta il 332 del 1999, solo "i minori di 18 anni che necessitano di un intervento di prevenzione, cura e riabilitazione di una invalidità grave o permanente" hanno "diritto all’erogazione (gratuita ndr) dei dispositivi previsti". In questo caso a scrivere è un tecnico ortopedico della ASST. Ma David, come detto, è minorenne. E convive con una disabilità gravissima, dovuta, nel dettaglio, alla sindrome di Down e allo spettro autistico. Non solo le scarpe ortopediche, però. Sono diversi i cosiddetti dispositivi per persone con disabilità per i quali sono stati rivisti i criteri in base ai quali discernere se siano o no erogabili gratuitamente dal servizio sanitario pubblico, una svolta del tutto contestuale all’approvazione dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). I dispositivi in questione, solo per fare qualche esempio, vanno da alcuni tipi di busto o corsetto fino ad alcune tipologie di fasce e cuscinetti. L’impressione è quella di un grande arretramento nelle politiche di assistenza alla disabilità.