REDAZIONE MILANO

"Lasciateci salvare i cani ucraini Nessun animale ha più speranze"

"Consentiteci di salvare gli animali dalle bombe". Le petizioni volano, lettere e appelli si moltiplicano, all’indirizzo del ministero della Salute. Che nei giorni scorsi, confermando la possibilità di fare entrare in Italia cani e gatti di proprietà dei profughi ucraini, ha vietato alle associazioni animaliste italiane di accogliere invece animali randagi o in arrivo dai rifugi. Fra le voci che in queste ore si alzano, quelle della Lega del Cane. E, in veste di rappresentante della Lega del Cane, operatrice del canile rifugio di Segrate e referente Anci per le problematiche veterinarie e del benessere animale, quella di Elisa Cezza (nella foto). "Quella che si consuma in queste giornate è una battaglia sacrosanta. Sin dall’inizio del conflitto si sono rinforzate le relazioni con i rifugi polacchi e ucraini, dove si vivono ore drammatiche. La decisione del ministero ha fermato tutto, e ci ha gelati". La tematica della prevenzione della rabbia. "Come hanno sottolineato i vertici della Lega nei giorni scorsi - continua Elisa - punto primo, le associazioni nostre referenti laggiù sono serie, i veterinari fanno ciò che devono, predisporrebbero profilassi e passaporti in regola. Noi, che riceveremmo i cani qui, provvederemmo a quarantena, a vaccino dove non presente, e adotteremmo ogni protocollo a garantire la sicurezza". Ieri il giubilo per la notizia degli aiuti finalmente arrivati a Andrea Cisternino, l’italiano che gestisce vicino a Kiev un rifugio per oltre 400 animali, che ha rifiutato di lasciare all’inizio dei bombardamenti. In attesa di un cambio di rotta i volontari della Lega si portano verso il confine ucraino: per aiutare, almeno, le associazioni di confine.

Monica Autunno