
Lapo Elkann
Milano, 3 aprile 2015 - Resta ai domiciliari Giovanni Bellavista, arrestato lo scorso 10 marzo insieme al fotografo Fabrizio 'Biciò Pensa per il presunto ricatto ai danni di Lapo Elkann. Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame di Milano, che ha respinto il ricorso avanzato dalla difesa di Bellavista contro l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti dell'uomo. Giovanni Bellavista all'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Stefania Pepe si era avvalso della facoltà di non rispondere a differenza di Pensa, era finito ai domiciliari quando per il fratello 32enne Enrico Bellavista, arrestato in flagranza di reato lo scorso 2 dicembre mentre, in una stanza dell'hotel Four Season, intascava 90mila euro da un collaboratore di Elkann perché non diffondesse un video in cui appare nudo e vicino a delle piste di cocaina stese su un tavolo, era già stato fissato il procedimento con rito abbreviato.
LA VICENDA DEL VIDEO-RICATTO - Enrico Bellavista, cameriere di 31 anni era stato arrestato lo scorso dicembre per una presunta estorsione ai danni del rampollo. La prima udienza del processo, a porte chiuse e che prevede lo sconto di un terzo sulla pena in caso di condanna, si aprirà il prossimo 23 aprile davanti al gup di Milano Giuseppe Vanore. L'uomo era stato arrestato dai carabinieri, lo scorso 2 dicembre, mentre nella stanza di un hotel a Milano intascava 90mila euro da un collaboratore del rampollo della famiglia Agnelli. Si trattava, in realtà, di una trappola organizzata dagli investigatori dopo la denuncia di Lapo Elkann (che aveva già dato 30mila euro al cameriere nei mesi precedenti), che ha raccontato di essere stato ricattato da Bellavista e da altre persone in possesso di un presunto video compromettente. Il filmato realizzato nel giugno scorso in cui l'imprenditore apparirebbe seminudo, vicino a delle 'piste' di cocaina stese su un tavolo. "Non mi ricordo assolutamente, anche in ragione del mio stato di confusione legato alla precedente assunzione di alcol, se provai tale sostanza", aveva messo a verbale Elkann. In cambio della consegna del filmato, dunque, il cameriere avrebbe chiesto al nipote di Gianni Agnelli 120mila euro in totale. Il pm di Milano Giancarla Serafini aveva chiesto per Bellavista il processo con rito immediato e poi l'uomo, difeso dal legale Robert Ranieli, ha chiesto il rito abbreviato. È ancora aperto, invece, uno stralcio dell'inchiesta che vede il fratello di Bellavista, Giovanni, indagato assieme al fotografo Bicio Pensa, 'famoso' dai tempi dell'inchiesta cosiddetta Vallettopoli quando collaborava con Fabrizio Corona, per concorso in estorsione.