Fa discutere l’ammontare della buonuscita riservata da FNM a Marco Piuri, che dal 15 giugno non sarà più direttore generale della società controllata dalla Regione Lombardia e solo lo scorso febbraio aveva perso la carica di amministratore delegato di Trenord, l’azienda ferroviaria controllata di nuovo dalla stessa Regione proprio attraverso FNM, che ne detiene il 50%, nonché dalle Ferrovie dello Stato, che ne detengono l’altra metà attraverso Trenitalia.
Come già riportato, dopo aver ceduto il passo in Trenord ad Andrea Severini, Piuri sarà presto sostituito da Monica Giuliano nel ruolo di direttore generale del Gruppo e a fine incarico riceverà una buonuscita di 1,2 milioni di euro, così suddivisi: 880mila euro saranno corrisposti come incentivo all’esodo, 150mila euro saranno pagati per una consulenza valida fino al 31 dicembre 2026, altri 150mila euro sono previsti per il patto di non concorrenza e, infine, ecco 20mila euro garantiti a Piuri a seguito di alcune rinunce. Da qui la rivolta delle opposizioni in Consiglio regionale.
"Piuri dovrebbe rinunciare alla incredibile buonuscita – dichiara Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd al Pirellone –. Lo stesso presidente Attilio Fontana dovrebbe chiederglielo. Ricordo che da direttore generale di FNM è stato un manager superpagato, con emolumenti in vertiginosa crescita, ma soprattutto ha clamorosamente fallito come capo di Trenord, società che sotto la sua guida è riuscita a peggiorare le performance di puntualità e affidabilità rispetto alla gestione precedente, nonostante condizioni più favorevoli, come l’introduzione di un gran numero di treni nuovi e la riduzione del servizio. Davvero non si capisce perché dovrebbe anche avere 1,2 milioni di buonuscita". Per Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, l’ammontare della buonuscita rappresenta "uno schiaffo ai pendolari lombardi". "Nella Lombardia del centrodestra ogni pendolare si sveglia la mattina senza sapere se troverà il treno in banchina e se arriverà a destinazione in orario – sottolinea Di Marco –, ma i responsabili di questa situazione vengono premiati con buonuscite milionarie. Un milione e duecentomila euro di soldi pubblici, è quello che è costato ai cittadini lombardi l’addio del direttore generale Marco Piuri a FNM, la holding che controlla il 50% di Trenord. Evidentemente nel modello del centrodestra lombardo i soldi servono per premiare i manager, piuttosto che per garantire il diritto alla mobilità o i rimborsi dovuti ai pendolari. Invece di affrontare i problemi cronici del trasporto ferroviario lombardo, la Giunta Fontana premia chi li ha aggravati. Il tutto è reso insopportabile dai risultati oltremodo scadenti di Trenord: ritardi, scioperi, carrozze che viaggiano stracolme. Una situazione che, ogni giorno, è sotto gli occhi di tutti. I pendolari lombardi meritano un servizio all’altezza, non questo ennesimo schiaffo".
A novembre del 2023 aveva fatto discutere, invece, l’aumento dello stipendio dello stesso Piuri: un rialzo del 20% per complessivi 663mila euro annui. Nel frattempo, però, nessun indicatore-spia della qualità del servizio di Trenord è migliorato o, comunque, non in maniera significativa, sebbene siano via via entrati in servizio sui binari lombardi i nuovi convogli acquistati dalla Regione durante la presidenza del governatore Roberto Maroni. Nel dettaglio, quanto alla puntualità, nel 2024 ha rispettato l’orario di arrivo l’80,2% dei treni. Nel 2023 la puntualità si era invece attestata all’82,3%, mentre nel 2022 era arrivata all’83.4%.