La rettrice di Milano "I turisti rendono di più Ma la città apra le porte a chi è qui per crescere"

L’analisi di Donatella Sciuto (Politecnico): il rischio è che i giovani scappino "Sì agli studentati, ma non bastano. Ci vuole un nuovo modello di abitazione".

di Simona Ballatore

"Gli appartamenti sono visti come beni rifugio e a rendita facile, soprattutto con gli affitti brevi" per i turisti e gli operatori business. "C’è meno disponibilità per studenti e giovani lavoratori". L’analisi di Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano, parte da qui.

Rettrice, la prima tenda contro il caro-affitti è spuntata sotto il suo ufficio. Che fare?

"È una questione che era già all’attenzione della città. Il fatto che gli alloggi siano considerati più come investimento che come bene da utilizzare, porta via risorse ed energie a spazi che servono allo sviluppo sociale ed economico di Milano. Non è un tema semplice, ma serve la collaborazione del privato. E credo che la soluzione, sul breve periodo, possa essere quella di cercare di limitare, di disincentivare, gli affitti brevi. O si crea maggiore offerta sul mercato o i prezzi non si abbasseranno mai".

Anche lei è stata studentessa fuorisede. Cos’è cambiato?

"Venivo al Politecnico dalla provincia di Varese: impiegavo due ore di treno e rimanevo qui tutto il giorno. A 17 anni ho deciso di trasferirmi. I posti nello studentato erano pochissimi, ma ho trovato subito una stanza: 40 metri quadri, non una reggia. Non ricordo il prezzo ma era abbordabile. Era più facile trovare casa. E anche quando sono stata fuorisede negli Usa non ho mai incontrato le difficoltà che vivono i nostri ragazzi".

Servono più studentati?

"Noi facciamo la nostra parte: aumentiamo i posti nelle residenze, ma non bastano. Tre quarti degli studenti del Politecnico vengono da fuori Milano. C’è chi proviene da paesi che non sono ben collegati. Abbiamo 1.700 posti, a settembre ne aggiungeremo 250, entro il 2026 altri 500. Abbiamo anche altri progetti ma servono co-finanziamenti".

Ci sono spazi di manovra nei palazzi che “perdono“ uffici?

"La possibilità di recuperare edifici c’è, ma bisogna riconvertirli, renderli funzionali. Servono investimenti e tempo. Ci sono privati che stanno investendo nel mercato degli studentati, ma i prezzi sono elevati anche lì: va cercato un accordo".

C’è il rischio che gli universitari “scappino“?

"È un tema che non abbiamo solo noi, ma Parigi, Londra e altre città. E che riguarda non solo gli studenti, ma i giovani lavoratori e le fasce più fragili. Dobbiamo prendere atto delle soluzioni che si stanno prendendo negli altri Paesi per offrire abitazioni innovative ed economicamente sostenibili affinché Milano resti ciò che vuole essere: una città in cui si vuole venire a studiare e lavorare indipendentemente dalle condizioni di partenza".

Un reddito di cittadinanza studentesco potrebbe aiutare a rendere i giovani più indipendenti?

"Il 70% dei nostri universitari vive in famiglia, la media europea è della metà. C’è un fattore culturale, ma incide anche il costo della vita. I fondi per il diritto allo studio ci sono ma sono insufficienti. In altri Paesi si finanziano anche le università in modo più sostanzioso, limando le tasse. Tasse che noi dobbiamo usare per aiutare gli studenti a basso reddito: ogni anno investiamo sei milioni perché le borse ministeriali e regionali non bastano. Ad aprile, come Politecnico, abbiamo creato anche un fondo di supporto per il costo della vita a Milano dei fuorisede: abbiamo preso dal bilancio un milione".

Lei ha raggiunto subito la tenda di Ilaria. Oggi la incontrerà con i rettori e il sindaco al vertice sulla casa. Cosa le dirà?

"Che è stata brava. Che ha trovato il modo di comunicare un problema che, purtroppo, già conoscevamo bene. Ma sono contenta si siano aggiunte altre tende, anche in altre città, e credo che questo incontro sia utile per capire in che direzione si sta andando, mettendo in campo le diverse competenze che abbiamo per trovare una soluzione".

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