SIMONA BALLATORE
Cronaca

La presa di posizione della Statale: "A Gaza è in corso un genocidio . Stop accordi con chi viola i diritti"

La mozione della rettrice Brambilla passa all’unanimità, tra parole di condanna e azioni dell’ateneo. Stanziate 22 borse di studio per i palestinesi, è l’ateneo che ne ha bandite di più. Solidarietà alla Flotilla.

Le tende picchettate alla Statale dall’equipaggio “di terra“ della Global Sumud Flotilla e da Cambiare Rotta

Le tende picchettate alla Statale dall’equipaggio “di terra“ della Global Sumud Flotilla e da Cambiare Rotta

Il Senato accademico dell’università Statale di Milano prende posizione - compatto - sulle violazioni dei diritti umani a Gaza. Compare per la prima volta la parola "genocidio" nella mozione approvata ieri pomeriggio all’unanimità. C’è un netto stop a nuovi accordi "con università, istituzioni o attori di altro tipo che siano direttamente o indirettamente implicati nelle violazioni attualmente in essere". E sono pronte 22 borse di studio per i palestinesi: la Statale l’ateneo che per ora ne ha bandite di più in tutta Italia e la macchina dell’accoglienza è già pronta.

La mozione è stata presentata ieri dalla rettrice, Marina Brambilla. "Di fronte al perdurare inaccettabile dell’azione militare di Israele nella Striscia di Gaza e in particolare alla luce del piano di occupazione militare di Gaza City - la premessa -, l’Università degli Studi di Milano si unisce agli atenei italiani e internazionali e alle rappresentanze della società civile in tutto il mondo, soprattutto tenendo conto della risoluzione dell’11 settembre 2025 del Parlamento Europeo, nella denuncia delle gravi violazioni dei diritti umani fondamentali accertate e continuamente reiterate nella Striscia, ivi compreso l’uso della fame nell’ambito di una quella che ormai si configura come una guerra di sterminio dalle conseguenze di portata catastrofica". "L’Università Statale di Milano ripudia l’uso della violenza in ogni sua forma – si legge ancora –. Nel riaffermare sdegno e condanna per l’ingiustificabile attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, nel reiterare la richiesta di liberazione di tutti gli ostaggi, fermo restando che ogni persona, popolo e stato ha diritto alla sicurezza, l’Ateneo ribadisce tuttavia con forza che l’autodifesa non può in alcun modo implicare azioni di guerra indiscriminate, tali da giustificare, secondo autorevoli istituzioni come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Human Rights Watch, Amnesty International e la Corte Internazionale di Giustizia, l’uso del termine genocidio".

Si condanna l’uccisione di medici, paramedici e giornalisti. Si esprime "profonda preoccupazione per il recente attacco alla Global Sumud Flotilla, effettuato con l’obiettivo di ostacolare il passaggio di aiuti umanitari destinati alla popolazione civile, in chiara violazione del diritto internazionale". Si ribadisce "la necessità di una soluzione politica fondata sul rispetto reciproco" e "l’urgenza di dare piena attuazione alle risoluzioni delle Nazioni Unite e agli accordi internazionali che riconoscono il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese". "Ma a poco valgono condanne e appelli se ad essi non si accompagna l’azione", aggiunge la rettrice nel testo: sono state bandite e assegnate 22 borse di studio a studentesse e studenti residenti nei Territori Palestinesi – quasi tutti nella Striscia di Gaza – nell’ambito di un’iniziativa nazionale, alla quale ha aderito aggiungendo altri fondi propri "per ampliarne l’impatto e garantire un’accoglienza dignitosa e solidale". E se "ogni accordo di cooperazione accademica deve essere coerente con i diritti fondamentali", "stanti le attuali condizioni di grave violazione dei diritti umani nella Striscia di Gaza - ma anche in Cisgiordania - l’ateneo non potrà che astenersi dal procedere a nuove stipule o rinnovi di accordi con università, istituzioni o attori di altro tipo che siano direttamente o indirettamente implicati nelle violazioni attualmente in essere". Soddisfatti gli studenti di UniSì, con la senatrice Karin Niderjaufner: "L’ateneo finalmente ha mostrato compattezza – commenta –: senza la parola “genocidio“ non avremmo sostenuto con forza la mozione. C’è il sostegno alla Global Sumud Flotilla, sono state stanziate più borse per gli studenti palestinesi. Certo, questa mozione arriva tardi, la chiedevamo da tempo. Ma è un segnale forte e l’unanimità raggiunta lo è ancora di più".