
Il progetto firmato dalla studio di Cino Zucchi per il restyling deol Chiostri Sud del Museo Diocesano
e Massimiliano Mongoia
"Ogni fase della procedura è stata gestita nel rispetto delle norme civilistiche e dei principi del Codice degli appalti". Risponde così Opera Diocesana - ente ecclesiastico che, per conto dell’Arcidiocesi di Milano, ha l’incarico di gestire alcuni immobili strumentali di pregio, tra i quali il Museo Diocesano - cercando di ricostruire i tasselli della vicenda, sfociata con una lettera firmata da 109 tra architetti ed esponenti della cultura milanese, e riportata nelle pagine de Il Giorno. Nel mirino c’è il bando - da 728.438 euro - lanciato pochi giorni fa per la progettazione (e direzione lavori) del Nuovo Museo Diocesano nei Chiostri di Sant’Eustorgio, nel cuore del quartiere Ticinese. I firmatari hanno presentato un’istanza di autotutela, contestando una procedura che a loro avviso non rispetterebbe i principi di "concorrenza, imparzialità e non discriminazione", privilegiando uno studio in particolare, quello di Cino Zucchi (CZA).
"Opera Diocesana, nell’ambito della gestione del Museo Diocesano e, quindi, nell’esercizio dei propri diritti e delle proprie priorità, abbia deciso di intervenire per porre rimedio allo stato di degrado che, fin dai bombardamenti del 1943, compromette una porzione dell’area museale": la premessa dell’ente ecclesiastico, che ripercorre la cronistoria. "Attingendo esclusivamente ai propri fondi e, quindi, con un importante sforzo economico, e previa indizione di una gara privatistica a cui ha partecipato una terna di progettisti di indiscutibile fama e prestigio internazionale, Opera Diocesana ha dunque optato - del tutto legittimamente e in conformità con le proprie finalità dirette a preservare e valorizzare il patrimonio culturale - per il progetto dello Studio Cino Zucchi Architetti". Il finanziamento pubblico è arrivato successivamente, nell’ambito del Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”. A quel punto "Opera Diocesana ha avviato le procedure dando corso alla gara e garantendo la più ampia partecipazione a tutti i professionisti che soddisfano i requisiti di legge", prosegue il committente sottolineando che "emerge in tutta evidenza come la procedura adottata non abbia leso il diritto di alcun professionista, né abbia violato i principi di concorrenza, trasparenza e imparzialità". L’architetto Cino Zucchi, interpellato da Il Giorno, ribadisce: "Nulla da aggiungere alla nota, che chiarisce bene come la procedura di assegnazione del progetto preliminare e definitivo a CZA - peraltro frutto di una consultazione tra più studi invitati - sia stata del tutto corretta e trasparente".