La mappa delle altre aree Scalo Romana in pole per le Olimpiadi 2026 Porta Genova in stallo

Su sette poli da riqualificare, le operazioni di vendita sono concluse in quattro. Iter amministrativo in fase avanzata anche a Greco-Breda, Rogoredo e Lambrate. La Regione: questa operazione serva per creare un secondo nodo ferroviario.

di Massimiliano Mingoia

Se i fanalini di coda, nella riqualificazione dei sette ex scali ferroviari, sono Farini e San Cristoforo, ancora nella fase di avvio della procedura di dismissione delle aree, in pole position, invece, c’è lo scalo Romana, dove sorgerà il Villaggio olimpico per i Giochi invernali del 2026. Nell’area acquistata nel 2022 da Coima Sgr, Prada e Covivio i lavori sono già partiti e si concluderanno alla fine del 2025, in tempo per i collaudi necessari e per l’avvio dell’evento a Cinque Cerchi. Ritardi vietati, perché allo scalo Romana dovranno essere ospitati gli atleti olimpici.

Il bilancio fornito ieri da Fs Sistemi Urbani sull’iter per la cessione e la riqualificazione degli ex scali ferroviari è di quattro scali ceduti e tre ancora da vendere. Oltre a Farini e San Cristoforo, resta ancora da dismettere l’ex scalo di Porta Genova. Tempi lunghi a causa di un ricorso al Tar e poi al Consiglio di Stato. Quell’area, dunque, per ora è soggetta solo a usi temporanei e non conosce ancora quale sarà il suo destino finale. Diverso il discorso, oltre che per scalo Romana, anche per altri tre scali: Greco-Breda e Rogoredo – in entrambe le aree i lavori sono già iniziati – e Lambrate – terreno ceduto.

L’ex scalo Greco-Breda è stato oggetto della prima edizione del concorso internazionale “Reinventing Cities’’. Il concorso si è chiuso a maggio 2019 con la vittoria del progetto “L’Innesto” (con un’offerta economica di circa 4,8 milioni di euro), presentato dal team guidato da Fondo Immobiliare Lombardia (FIL), gestito da Investire sgr, con Fondazione Housing Sociale (FHS), Barreca & La Varra e Arup Italia. Sull’ex scalo sorgerà un vero e proprio nuovo quartiere di social housing, il primo in Italia a zero emissioni, con case prevalentemente in affitto e con oltre il 60% di verde, che si svilupperà su una superficie di circa 73.500 metri quadrati. Il 1° luglio 2020 l’asset, di proprietà del Gruppo Fs Italiane, è stato venduto per un importo di 4,8 milioni di euro alla società Redo Sgr S.p.A.

Lo scalo Rogoredo è stato oggetto di AAA architetticercasi, concorso di architettura per giovani progettisti under 33 ideato e promosso da Confcooperative Habitat. Oltre 170 architetti under 33 da tutta Italia e 47 proposte progettuali per ripensare in termini di residenziali e cooperativi il futuro dell’ex scalo di Rogoredo con verde, servizi e housing sociale: questi i numeri del concorso vinto dal progetto Abitare il Bordo. Terzo ambito, dei sette ex scali milanesi, destinato totalmente al social housing, con oltre il 55% di verde, che si svilupperà su una superficie di circa 21.000 mq. A settembre 2020 si è chiuso il bando di gara per la vendita dello scalo con l’aggiudicazione dello stesso da parte della società Redo Sgr Spa.

L’ex scalo Lambrate è attualmente oggetto del concorso internazionale “Reinventing Cities’’ (seconda edizione), lanciato nel gennaio 2020. A marzo 2021 si è chiusa la seconda fase del concorso, con la presentazione delle offerte da parte di quattro dei cinque team finalisti. Anche sull’ex scalo sorgerà un nuovo quartiere di social housing, con oltre il 60% di verde, che si svilupperà su una superficie di circa 70 mila mq da attuare in due fasi temporali. La vendita è stata aggiudicata alla Cooperativa Sant’Ilario e prossimamente sarà perfezionato il rogito.

L’operazione di riqualificazione dei sette scali, a partire dall’ultimo tassello di Farini, fa dire all’assessora comunale al Commercio Alessia Cappello: "Lo sviluppo dell’area rappresenterà nuove attività produttive e commerciali e dunque nuovi posti di lavoro". L’assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi, intanto, guarda all’operazione scali soprattutto da un punto di vista legato alla mobilità: "La riqualificazione degli ex scali ferroviari di Milano deve essere l’occasione per realizzare un secondo nodo ferroviario milanese, potenziando l’attuale infrastruttura che risulta deficitaria per le necessità della Lombardia".

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