di Marianna Vazzana
"Grazie Mario. Ho usato tanto il computer in dad e adesso per la scuola ho un tablet, allora ho pensato che forse questo computer potrà usarlo un altro bambino visto che funziona ancora abbastanza bene. Ciao, Gioele". La letterina, scritta a mano con una penna nera su un foglio a quadretti, è di un bimbo milanese di 11 anni che ha voluto restituire un pc donatogli nel 2020 per seguire le lezioni a distanza in tempo di pandemia. Allora frequentava la quarta elementare mentre adesso è in prima media. "Questo messaggio mi ha commosso", commenta Mario Donadio, il tecnico informatico e volontario tuttofare che durante la pandemia, insieme ai colleghi, ha “ricondizionato“ computer da regalare a bambini e ragazzi per seguire le lezioni a distanza e che si è ritrovato tra le mani il foglietto, infilato nella borsa del portatile tornato indietro nei giorni scorsi. Una buona azione che ha già moltiplicato il bene: il pc è stato consegnato alla parrocchia del Santi Pietro e Paolo ai Tre Ronchetti, in zona Gratosoglio, che ha accolto 26 profughi ucraini. "Una manna – dice il parroco don Paolo Steffano –: grazie a questo dispositivo, una ragazza ucraina di 20 anni che stiamo ospitando è riuscita a collegarsi con la sua università e a sostenere a distanza un esame di Giurisprudenza".
Un momento di gioia arrivato a illuminare la vita della giovane dopo il trauma di aver dovuto abbandonare la sua terra a causa della guerra. "Gioele – racconta la mamma Roberta – ha voluto restituire il computer perché non lo utilizza più, avendo il tablet. L’idea gli è venuta dopo aver visto in televisione le immagini della guerra in Ucraina: ha pensato che altri ragazzi avrebbero potuto aver bisogno di un pc per continuare a studiare. Quindi lo ha rimesso a disposizione. Per lui è stato un gesto spontaneo, a casa nostra siamo abituati a “rimettere in circolo“ ciò che non usiamo più, che siano vestiti o altri oggetti, sapendo che potrebbero servire ad altri. La solidarietà è circolare". Così la mamma ha contattato Mario Donadio e si è accordata per la restituzione. E, il giorno della riconsegna, il piccolo ha infilato nella borsa anche la letterina che ha scaldato il cuore del volontario-informatico. Disfarsi di quel portatile è stato anche un modo per lasciarsi alle spalle gli anni duri del lockdown "che speriamo siano sul serio un ricordo. Abbiamo tre figli: Gioele è il più piccolo, terzogenito dopo una ragazza di 19 anni e un’altra di 17. Due anni fa seguivano tutti e tre la didattica a distanza: la maggiore utilizzando l’unico computer di casa, la seconda il cellulare. E Gioele non aveva nulla per partecipare alle lezioni. Così mi sono rivolta a Mario Donadio e in tempi rapidi anche il piccolo di casa ha avuto il suo pc". Adesso che il ragazzino frequenta la prima media "abbiamo comprato un tablet, dato che a scuola viene utilizzato come strumento didattico. A lui è venuto spontaneo dire: “Visto che non uso più il pc, lo regalo a qualcun altro“. Così ho contattato nuovamente Mario: stavolta, non per chiedere ma per dare". E Mario è stato felice di consegnare il pc alla parrocchia.
"Lo stiamo utilizzando, eccome – fa sapere don Paolo Steffano –. La ragazza di 20 anni ha potuto sostenere il suo esame universitario collegandosi con l’Ucraina. Non solo: con quel portatile, i nostri ospiti parlano a distanza con i loro familiari, per rassicurarli. Abbiamo accolto finora 26 persone, mamme e bambini in particolare, e pure un cane". Ora continua la “missione pc“: Gioele ha inaugurato un nuovo ciclo di solidarietà, in una catena senza fine.