
L’opera esposta nell’ospedale nell’ambito del progetto “Arte che cura“ nato dalla collaborazione di Fondazione Niguarda, Pinacoteca di Brera e Arcidiocesi
L’arte come strumento per risanare le ferite del corpo e dell’anima. È l’obiettivo del progetto “Arte che cura”, nato dalla collaborazione tra Fondazione Ospedale Niguarda, Pinacoteca di Brera e Arcidiocesi di Milano, con il sostegno di Bpm. Percorrendo i corridoi del blocco sud della storica struttura ospedaliera milanese, pazienti e personale sanitario avranno modo di osservare da vicino la bellezza de la “Madonna del velo”, raffinata copia di un’opera di Raffaello. Attorno a questa celebre riproduzione si cela un mistero: l’identità del suo autore.
Secondo le tesi più accreditate l’artefice sarebbe Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato. L’ospedale, da sempre luogo di dolore e sofferenza, diventa spazio di cultura, un luogo in cui l’arte prende per mano pazienti e medici, trasformandosi in uno strumento d’unione e di contrasto alla paura e alle tensioni scaturite da una diagnosi.
"L’esposizione dell’opera nel mese mariano sottolinea ancor di più il valore simbolico di sollievo e di riflessione sui valori importanti della vita, sugli affetti, sulla famiglia e sull’amore materno in un ambiente di sofferenza e di cura come quello ospedaliero", spiega Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera. E percorrendo il padiglione sarà possibile osservare un dipinto dalla profonda complessità artistica: il velo di Maria, così leggero e delicato, riporta alla mente il sudario e la Passione di Cristo, mentre i giochi di luce e i colori vivaci rappresentano un chiaro richiamo alle atmosfere tipiche di Leonardo da Vinci e Raffaello. Una vera e propria rivincita del colore sul dolore.
Al Niguarda di Milano l’arte ha sempre avuto un ruolo centrale nel percorso di guarigione dei pazienti: basti pensare al progetto “Senza Zavorra”, realizzato qualche anno fa in collaborazione con il Dipartimento di salute mentale della struttura ospedaliera e l’associazione Arca Onlus. I pazienti del reparto di psichiatria dipingevano quadri coloratissimi, poi appesi in corsia.
Ed ecco che, a distanza di poco tempo, l’arte torna a popolare nuovamente i corridoi del Niguarda, pronta a essere - ancora una volta - uno strumento per ritrovare se stessi e il proprio benessere. "La salute oggi non è più “solo” curare le persone, ma è anche curare il luogo in cui vivono e lavorano", spiega Alberto Zoli, presidente della Fondazione Ospedale Niguarda e direttore generale Asst Grande Ospedale Niguarda.
La struttura ospedaliera veste i panni di un museo con l’obiettivo di rinfrancare lo spirito di pazienti e sanitari: "I luoghi fisici diventano un veicolo di salute attraverso la loro “bellezza” ricreata con il supporto di pittura, scultura e musica. La collaborazione con la Pinacoteca non poteva che realizzarsi in uno dei nostri padiglioni", aggiunge Alberto Zoli. La “Madonna del velo” sarà visitabile fino al 30 giugno, il Niguarda ha già programmi per supportare il percorso di cura dei pazienti: "Le prossime iniziative saranno la cena di raccolta fondi per il progetto “Sport per Crescere” il 23 giugno nel Centro Ippico “Vittorio Di Capua” all’interno dell’Ospedale – anticipa Riccardo Bertollini, segretario della Fondazione Ospedale Niguarda –. Poi sarà il turno della serata al Teatro alla Scala il 30 marzo 2026. Prosegue inoltre la campagna per la donazione del 5x1000".