
PASSIONE Jury Chechi in piazza Duomo per un’iniziativa alcuni anni fa. Rivela di tornarci ogni volta che viene a Milano, prendendo apposta il metrò
Milano, 1 ottobre 2017 - Juri Chechi – o il Signore degli Anelli, come lo chiamano tutti – si muove con sicurezza nelle vie del centro e sui mezzi pubblici milanesi, tra quegli appigli dei tram così simili agli anelli con cui ha conquistato due titoli olimpici: «Vengo spesso a Milano per lavoro, ho un’agenzia di comunicazione, e la città è il fulcro del settore in Italia».
Com’è stato il suo primo impatto con Milano?
«Il primo ricordo che ho della città non è piacevole. Erano i primi anni ottanta e venni al centro sportivo Saini per una valutazione per la squadra nazionale juniores. Andò bene, ma non venni preso e me ne tornai a Prato molto triste. Poi nell’85, per poter continuare ad allenarmi seriamente, mi trasferii a Varese, e da lì era più facile raggiungere Milano».
Quindi una città che le è stata all’inizio ostile.
«Al primo incontro sì, ma è a Milano che poi ho conosciuto la mia attuale compagna. Eravamo in un locale a una festa dell’Isef, l’Istituto superiore di educazione fisica, e lei era la fidanzata del mio migliore amico, anche lui ginnasta».
Dunque è un luogo che è rimasto importante nella sua vita?
«Assolutamente sì. Torno sempre a Milano con grande piacere. È così facile da raggiungere con i treni veloci, e soprattutto è una città bellissima. Negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo impressionante che l’ha fatta diventare una città moderna, all’avanguardia, finalmente europea, l’unica in Italia. Anche il suo skyline si è completamente rinnovato. Per quanto riguarda tutti questi aspetti la preferisco anche alle città toscane».
Pure dal punto di vista sportivo e degli impianti la città è migliorata?
«Sì, anche se negli impianti si può sempre migliorare. Negli ultimi tempi si sono portati avanti molti progetti positivi, per lo sport in generale, non solo quello a livello professionistico. Un buon lavoro negli ultimi anni è stato fatto dall’assessore allo Sport della Regione Lombardia, e amico Antonio Rossi, in collaborazione con il Comune».
Ha fatto gare importanti a Milano?
«Sì, ne ho fatte e viste di molto significative. Ma più che una gara in particolare ricordo il calore del pubblico, che qui era sempre tantissimo. Sia che fossi agli anelli, sia che mi trovassi sulle tribune era sempre un’emozione».
C’è un luogo che le è particolarmente caro?
«Sarò banale, ma ogni volta che vengo in città cerco di fare un salto al Duomo, prendo la metropolitana appositamente, anche soltanto per ammirarlo per pochi minuti. Mi commuove sempre per la sua imponenza».
Dove va per divertirsi?
«Mi piace molto il Nidaba Theatre, sui Navigli, che mi ha fatto scoprire un’amica di recente. Ma in generale mi piacciono tutti i locali con musica dal vivo, e a Milano ce ne sono moltissimi».
Sembra che venga molto spesso in città.
«È così. Per lavoro ma anche per divertimento, o per incontrare alcuni amici, per esempio Antonio Rossi».
Dove andate di solito?
«Quasi sempre nei ristoranti, è molto facile trovarci lì».
Per avere più privacy, immaginiamo.
«No, perché a entrambi piace molto mangiare».