Julia Ituma, lacrime e ricordi. La compagna di squadra: "Titu scusa, non ti abbiamo capito"

Il cordoglio di Caterina Bosetti: "Vorrei tanto tornare indietro nel tempo per poterti aiutare". Anna Piovesan: "Ci siamo promesse l’Olimpiade, la tua maglia la porterò in alto"

Julia Ituma con la maglia del Club Italia Crai

Julia Ituma con la maglia del Club Italia Crai

Milano – "Mi dispiace Titu, non averti capito. Vorrei tanto tornare indietro nel tempo, poterti aiutare anche solo con uno sguardo, una parola o un abbraccio. Spero che lassù tu possa trovare la pace che non hai trovato qui".

Parla così all’amica Julia Ituma, che non c’è più, la compagna dell’Igor Volley Novara Caterina Bosetti. Parole scritte su un post di Instagram che in un giorno ha incassato quasi 30mila apprezzamenti. Frasi che lasciano intendere lo sgomento, la tristezza infinita, il senso d’impotenza di fronte a una tragedia che ancora nessuno riesce a spiegarsi. "Tante domande, poche risposte, solo un grande vuoto". Una situazione pesante come un macigno per le giocatrici, ragazze che con Julia condividevano una passione e le loro giornate "perché quando viviamo in squadra questa diventa come una seconda famiglia", aggiunge Bosetti.

Sempre su Instagram, a “Titta“ scrive pure Anna Piovesan, che con lei ha giocato nella Nazionale under 19: "Tu c’eri nel periodo più difficile della mia vita e avrei voluto sapere che ora eri nel tuo, nonostante mi ripetevi sempre che andava tutto bene, che eri felice. Forse di persona l’avrei capito". Sottinteso: che non era così. Ora andrà avanti, anche per lei: "Ci siamo promesse l’olimpiade assieme. Titta ti porterò in ogni gesto tecnico, in ogni faccia strana e in ogni idea fuori dal comune. La tua maglia, che conservo con amore, la porterò davvero in alto".

Senso di smarrimento pure alla Bovisa, il quartiere milanese in cui Julia viveva. Nella casa di piazzale Nigra, al citofono non risponde nessuno. "Non ci spieghiamo cosa sia accaduto; Julia – dice Emma, la custode – era una giovane sempre piena di energia, seguita dalla famiglia, che la appoggiava in tutto". Elizabeth, la mamma, è partita per Istanbul con la sorella dopo la tragedia, "per vedere con i miei occhi cosa è successo", aveva spiegato all’amico Mamadou Diane, che ha un negozio vicino casa. Rientrata venerdì sera, "ha il cellulare spento", dice Diane, che ha provato a ricontattarla. "Ho letto che “non crede al suicidio“. Io credo che qualsiasi genitore la penserebbe come lei". Julia abitava con la mamma, la sorella maggiore Vanessa e il fratello minore, mentre il papà viveva altrove da tempo "anche se era comunque presente nella vita della ragazza".

Martedì mattina i funerali alla parrocchia di San Filippo Neri, perché proprio nel campo di quell’oratorio la diciottenne aveva iniziato a giocare a pallavolo. "In questi giorni – il messaggio della parrocchia – la vita della nostra comunità è stata scossa dalla tragica notizia della morte di Julia, giovane promessa della pallavolo che proprio nella nostra polisportiva ha iniziato a muovere i primi passi come atleta e come ragazza e che con noi ha scoperto il proprio talento". "La scelta di celebrare i funerali qui anche se non è il quartiere dove abita la famiglia – sottolinea il parroco, Ivan Bellini –, è stata fatta per gli anni trascorsi da Julia nel contesto della parrocchia".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro