La scalata di Jared Leto al Castello Sforzesco e le altre imprese sui monumenti milanesi

Impresa immortalata sui social del divo-rockstar in tour promozionale

Milano – C’è chi si è lanciato con un paracadute dalle guglie del Duomo. Chi ha preferito appendersi a una trave del Meazza restando sospeso nel vuoto. Ora c’è un’altra impresa diventata virale sul web: la “scalata” di Jared Leto, attore, cantautore e musicista americano di 51 anni, fondatore dei “Thirty seconds to Mars”, sulle mura del Castello Sforzesco di Milano. Uno dei monumenti-simbolo meneghini, tra i più amati dai turisti e tappa obbligata per chiunque visiti la città. Anche per Leto, che però anziché passeggiare tra cortili e sale ha preferito arrampicarsi a mani nude su una parete senza utilizzare corde né protezioni: missione compiuta quando era a Milano il 12 e 13 giugno per il lancio del nuovo album dei “Thirty seconds to Mars” dal titolo “It’s the end of the world but it’s a beautiful day”.

Jared Leto scala il Castello Sforzesco
Jared Leto scala il Castello Sforzesco

Il cinquantunenne, non nuovo a questo genere di iniziative, ha pubblicato l’impresa sui suoi canali social, documentata con un video amatoriale che ha fatto il giro del mondo, attirando velocemente l’attenzione dei tanti fan (e qualche critica social per aver “oltraggiato” un monumento). Perché arrampicarsi? Leto era stato ospite a Radio Deejay e nel corso dell’intervista aveva parlato anche del "bisogno di arrampicami" e della sua amicizia con Alex Honnold, uno degli arrampicatori più famosi d’America, noto per la pratica del free solo e “arrampicata di velocità“. Così, forse avendo in mente le sue gesta, una volta uscito dagli studi dell’emittente, il cantante dei “Thirty seconds to Mars" ha sfidato il muro del castello meneghino in jeans e maglietta neri: aggrappandosi ai mattoni e puntando i piedi, ha quasi raggiunto un finestrone.

A marzo dello scorso anno, il climber Adam Lockwood, ventenne di Manchester, era entrato (senza permesso) nello Stadio di San Siro, per poi raggiungere il punto più alto e appendersi a 80 metri d’altezza. "Mi piace vedere il mio corpo sospeso nel vuoto", aveva commentato al Giorno questo “Uomo Ragno“. Il 4 luglio del 2013 invece Maurizio Di Palma, oggi 44enne, originario di Trento, si era buttato dal Duomo con un paracadute. Tornitore di mestiere appassionati di “base jumping", aveva trascorso la notte sulle terrazze per poi lanciarsi all’alba planando sul pavè e poi allontanandosi in metropolitana.

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