ANNA GIORGI e NICOLA PALMA
Cronaca

Michele Di Rosa, chi è il 18enne che ha teso il cavo d’acciaio con Alex Baiocco: dal lavoro alla passione trapper

Fermato per l’accusa di "blocco stradale". Insieme al 24enne fermato qualche giorno fa e a un minorenne aveva teso la trappola su viale Toscana. "Ci annoiavamo"

Milano – Il 18enne Michele Di Rosa, complice nel piano scellerato del cavo d’acciaio tirato su viale Toscana, si è consegnato ieri notte, presentandosi spontaneamente alla Questura di Monza, accompagnato dall’avvocato Gaetano Giamboi.

Milano, cavo d'acciaio in viale Toscana
Milano, cavo d'acciaio in viale Toscana

Aveva capito che i carabinieri sapevano di lui, lo avevano identificato, sapeva di avere le ore contate perché non solo il suo nome era stato indicato da Alex Baiocco, il 24enne arrestato subito la notte tra giovedì e venerdì scorso in viale Sabotino, ma era stato lui a noleggiare lo scooter elettrico in sharing, matricola 0247 della società Cooltra, lasciando così i propri dati. Il giovane risiede a Cologno Monzese, abita con i genitori e un fratello più piccolo. Lavora come aiuto cuoco in un ristorante. Passione per la musica di Simba la Rue, tifoso del Napoli, "curva B", scrive sui social a cui accosta due cuori, uno bianco e uno azzurro.

Gli agenti della Questura di Monza hanno contattato per competenza i carabinieri della compagnia Monforte che alla fine degli accertamenti hanno sottoposto il 18enne a fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di "blocco stradale". La stessa ipotesi di reato per la quale il gip Domenico Santoro ha disposto il carcere convalidando il provvedimento nei confronti di Alex Baiocco. Il fermo nei confronti di Di Rosa dovrà ora essere convalidato dal giudice. "Di Rosa - spiega il suo avvocato - ha reso spontanee dichiarazioni che configurano piena confessione. Quella notte era con gli altri a tirare il cavo, ma ha capito solo dopo la gravità del gesto". I carabinieri sono sulle tracce anche del terzo complice di cui si conosce già il nome. E si sa che è minorenne.

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Per ora i due identificati risponderanno del reato di "blocco stradale". Caduta l’accusa di strage, perché richiede il dolo specifico, e caduta anche l’accusa di ricettazione. Il cavo di acciaio, infatti, era stato rubato da un cantiere non lontano dai viali del quartiere di Porta Romana. Alex Baiocco si è attribuito la responsabilità del furto, quindi lui ed eventualmente gli altri risponderanno del reato che, però, è procedibile solo su querela di parte. È quindi necessaria la denuncia dell’impresa edile al quale è stato sottratto.

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Di Rosa sarà sentito dal gip già nelle prossime ore e fornirà il proprio racconto di quel "gioco senza regole" come lo ha definito Baiocco. "Non c’era un’altezza prestabilita alla quale intendevamo mettere il cavo, in generale non c’è stata una programmazione della cosa, ma solo “prendi il cavo e tiralo”. Lo abbiamo fatto perché eravamo annoiati".