REDAZIONE MILANO

Io, grafologa nell’era digitale: "Scrivere ci rende creativi. E mi svela chi siete davvero"

Candida Livatino ha scoperto l’analisi della scrittura grazie a suo figlio "Muovendo la mano stimoliamo concentrazione, memoria, calma, longevità".

Candida Livatino ha scoperto l’analisi della scrittura grazie a suo figlio "Muovendo la mano stimoliamo concentrazione, memoria, calma, longevità".

Candida Livatino ha scoperto l’analisi della scrittura grazie a suo figlio "Muovendo la mano stimoliamo concentrazione, memoria, calma, longevità".

Creatività, concentrazione, memoria, personalizzazione, calma. Sono i vantaggi che dovremmo tutti annotarci quando le nostre dita schiacciano i tasti di cellulari e pc, oppure scrollano youtube shorts, anziché scrivere a mano. E come non urlare al mondo l’importanza della scrittura manuale in quest’era digitale, proprio in occasione della giornata mondiale della calligrafia ricorsa ieri? Chi dell’analisi della scrittura ha fatto una professione, la nota grafologa Candida Livatino, assicura che "la scrittura non mente, è l’espressione dell’anima".

“La calligrafia è la magia che ravviva la scienza”, disse Steve Jobs nel suo leggendario discorso “Stay hungry, stay foolish“: per lui fu l’arte della calligrafia, appresa da un monaco a cambiare la sua vita.

"Mi piace molto questa frase. “Calligrafia” vuol dire “bella scrittura”, dal greco “kalos”, cioè bello. La scrittura esprime quello che siamo veramente. La grafologia è la scienza che ci aiuta a conoscere il carattere la personalità e la sfera affettiva".

Come nasce la sua esperienza da grafologa?

"Quando ero ragazzina volevo fare la psicologa perché riuscivo a capire le persone. Mi è rimasta questa vocazione. Mio figlio Matteo, poi, da bimbo scriveva talmente male che gli insegnanti dicevano che la sua scrittura era indecifrabile; come si dice, “sembrava arabo”. Portandolo, dunque, dalla grafologa mi si è aperto un mondo e ho pensato: “Questo sarà il mio futuro”. La mano di Matteo rincorreva la mente, che aveva un’alta velocità di pensiero. Adesso, ironia della sorte, scrive davvero in arabo! E mi dice: “Mamma, vedi, se io avessi scritto bene tu non avresti scoperto questo mondo”".

Di cosa si occupa oggi?

"Oltre ad aver scritto ben cinque libri, l’ultimo “Grafologia e criminologia”, faccio perizie per il tribunale, valutazioni grafologiche per l’assunzione nell’ambito delle risorse umane e valutazioni dei disegni dell’età evolutiva".

I bambini oggi hanno quasi disimparato il minuscolo corsivo. Quali sono i vantaggi per chi non rinuncia a usare la penna anche in questa era digitale? Nell’era dei computer e dell’intelligenza artificiale, perché i ragazzi dovrebbero curare la calligrafia?

"Quando noi scriviamo mettiamo in moto la concentrazione, l’uso della mano favorisce la concentrazione verso l’obiettivo. La mano costringe a selezionare l’essenza di ciò che ascoltiamo. Altro vantaggio: la memoria. Poi la creatività: mentre scriviamo in corsivo il cervello elabora idee, sviluppare il pensiero critico e nuove intuizioni. La calma: scrivere in corsivo a mano aiuta a scaricare le tensioni. Io, ad esempio, per questo scrivo a mano. La longevità: permette alle persone anziane di mantenere allenato il cervello. Infine, la personalizzazione: l’uso del pc è omologazione. I miei libri li ho scritti tutti a mano e poi al pc".

Sostiene anche che “il corsivo rivela molto della nostra personalità, in qualche modo ci mette a nudo”. Lo stampatello è sempre più usato dai ragazzi, forse per mascherare fragilità e incertezze?

"Sì esattamente. E non a caso, quando faccio le perizie delle lettere anonime per il tribunale, sono tutte scritte in stampatello, perché non esprime niente di una persona, non ha anima".

Specializzata in valutazione grafologica, una rubrica tv in cui analizzava la scrittura di personaggi pubblici: chi è Candida Livatino secondo la sua calligrafia?

"Mi analizzo tutti i giorni per capire lo stato d’animo. Sono come mi vedete: sincera e con una grande sensibilità, che a volte è un bene a volte meno. Aperta, socializzo, però la parte più intima di me non la racconto".

Com’è il suo taglio della T?

"A forma di croce. Infatti sono testarda e determinata".

Il profilo più interessante che ha dedotto di un personaggio famoso?

"Sicuramente Trump. Prima di diventare presidente, nel finale la sua firma faceva una curva, a simboleggiare la sua socializzazione e poi si avvolgeva per non mostrare agli altri le sue fragilità. Dopo la nomina quella curva non è più tale ma è molto appuntita, a dimostrare un ego spropositato, più aggressivo ma sempre con le sue fragilità che non devono trasparire agli altri".

Per quale personalità pubblica mai si sarebbe aspettata di scoprire ciò che ha dedotto dal suo studio grafologico?

"Piero Chiambretti. Mi ha fatto avere la sua scrittura in stampatello grande mostrando un dualismo. Ride e scherza come lo vediamo, ma “guai a te se scopri chi sono io in realtà”. Anche la firma era in stampatello grande con il cognome (che rappresenta la famiglia di origine, in particolare la figura paterna) puntato. Non so che legame avesse... Si è riconosciuto esattamente nel profilo che ho dedotto ".

La calligrafia corsiva è unire i puntini. Qual è, secondo lei, il segreto nella vita affinchè puntini che oggi appaiono privi di senso possano unirsi?

"La caparbietà e la forza di non abbattersi mai, uno su mille ce la fa!"