Lobby nera a Milano, indagato anche un commercialista

Nell’inchiesta sui fondi neri è stato iscritto anche un terzo uomo molto vicino a Jonghi Lavarini, l’accusa è quella di riciclaggio

A sinistra il "barone nero" Roberto Jonghi Lavarini e a destra l’eurodeputato di Fratelli

A sinistra il "barone nero" Roberto Jonghi Lavarini e a destra l’eurodeputato di Fratelli

Milano, 16 ottobre 2021 - C’è un terzo uomo, vicino al "barone nero", Roberto Jonghi Lavarini, iscritto nel registro degli indagati: è il commercialista Mauro Rotunno. L’accusa, anche per lui, è quella di finanziamento illecito e riciclaggio scaturita dall’indagine giornalistica di Fanpage sull’esistenza di fondi "opachi" per la campagna elettorale di Fratelli d’Italia. L’indagine, in occasione delle amministrative milanesi, metterebbe in luce anche una "alleanza" tra alcuni esponenti delle Lega e neofascisti di Lealtà azione. Il commercialista è stato già perquisito dalla Gdf, gli investigatori, coordinati dai pm Giovanni Polizzi e Piero Basilone, avrebbero voluto perquisire anche la sede di "Ala destra", fantomatica associazione di cui Rotunno sarebbe il presidente. Pare, però, che l’associazione non abbia una sede. Con le perquisizioni eseguite nei giorni scorsi dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf, che hanno portato al sequestro di documenti e dispositivi informatici, compresi mail e messaggi, le indagini si concentrano sui flussi finanziari. E puntano a verificare se le parole dei protagonisti, in particolare di Jonghi Lavarini sono solo millanterie oppure nascondono un sistema che ha funzionato così in diverse occasioni. Nei video si parla di "lavatrici" per ripulire il denaro, di finanziamenti in nero e di soldi a "referenti politici". Nel fascicolo, oltre a Jonghi e all’amico commercialista, è indagato anche l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, che si è autosospeso dagli incarichi di partito. Nei video, poi, vengono tirati in ballo anche la neoconsigliera milanese di Fdi Chiara Valcepina (non indagata) e altri esponenti della Lega, tra cui il consigliere lombardo Max Bastoni, l’eurodeputata Silvia Sardone neoeletta alle ultime amministrative, l’ex europarlamentare Mario Borghezio e il consigliere di zona Stefano Pavesi. In più, nei video di Fanpage si vede Jonghi che chiede soldi, a suo dire, per "referenti politici", facendo quattro nomi che sono tra gli omissis, ma resi noti ai pm. Uno di questi potrebbe essere proprio quello del commercialista finito sotto la lente degli investigatori. Tutte le parole di Jonghi, dunque, sono solo dei punti di partenza per gli inquirenti cercare semmai eventuali riscontri su fatti concreti avvenuti al di là di ciò che risulta dai filmati.  

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