NICOLA PALMA
Cronaca

Luca Guerrini, chi è l’ultrà del Milan bersaglio dell’agguato di via degli Imbriani: membro del direttivo della Sud e gestore di una barberia di Lucci

Uno scooter si è affiancato alla Q3 e il sicario ha esploso i colpi calibro 9 tra le auto in coda, probabilmente con una scacciacani modificata: il ventisettenne è scappato a piedi. In macchina aveva i simboli attuali del cuore pulsante del tifo organizzato rossonero

Luca Guerrini, 27 anni, in via degli Imbriani dopo l’agguato a colpi di pistola a cui è scampato

Luca Guerrini, 27 anni, in via degli Imbriani dopo l’agguato a colpi di pistola a cui è scampato

Milano – Il ruolo di primo piano nella Sud sopravvissuta agli arresti dell’operazione “Doppia Curva” sta tutto nel bagagliaio della sua Q3: lo striscione “Solo per la maglia” e il bandierone che sventola alle partite del Milan, i simboli attuali del cuore pulsante del tifo organizzato rossonero. Da qui l’idea che dietro l’agguato a Luca Guerrini, membro del direttivo scampato ieri a due colpi calibro 9 probabilmente esplosi con una scacciacani modificata, ci possano essere le dinamiche sotterranee del secondo anello blu di San Siro, terremotato dall’indagine della Dda che il 30 settembre ha portato in cella il leader storico Luca Lucci e alcuni dei luogotenenti più influenti.

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A proposito di Lucci, negli atti dell’indagine di Squadra mobile e Sisco il nome del ventisettenne compare come co-gestore della barberia “Italian Ink” di via Mercantini 17 (a poche centinaia di metri dal luogo dell’aggressione), uno dei negozi in franchising affidati dal “Toro” a persone fidate come Riccardo Bonissi, Islam Hagag, Fabiano Capuzzo e Alessandro Sticco. Una macchina per fare soldi, come l’aveva definita intercettato il capo della Sud.

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È molto probabile che i primi accertamenti sul raid a mano armata, affidati agli specialisti guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia, si stiano concentrando proprio sul mondo che ruota attorno a Guerrini, che nel pomeriggio è stato sentito in Questura.

Agguato in via Imbriani a Milano, i segni dei colpi di pistola
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La ricostruzione del blitz ci riporta alle 13.20 in via degli Imbriani angolo piazzale Nigra. Il ventisettenne, legato al gruppo Giambellino, è in coda nel traffico, al volante dell’Audi nera in leasing. All’improvviso, si materializza uno scooter, quasi certamente con targa posticcia: il passeggero, col volto coperto da un casco integrale come il conducente, scende ed esplode due colpi. Uno danneggia la maniglia della portiera anteriore sinistra, l’altro incrina la parte bassa del parabrezza e con ogni probabilità si conficca nel cruscotto.

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Due spari per uccidere. Guerrini riesce ad aprire l’altro sportello e a fuggire a piedi. Anche gli aggressori scappano: le telecamere diranno che strada hanno imboccato. Il titolare di un bar lancia l’allarme al 112, ma i primi equipaggi delle Volanti trovano solo la Q3 quasi di traverso sui binari del tram. Qualche tempo dopo, il ventisettenne torna sulla scena: è illeso. In via degli Imbriani arrivano le tute bianche della Scientifica, che repertano i bossoli sull’asfalto.

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Dal bagagliaio spunta lo striscione bianco con la scritta nera “Solo per la maglia”, attualmente la “pezza” più importante della Sud. Ed è quello uno degli elementi significativi della prima ora: difficile pensare che un personaggio di secondo piano abbia con sé il vessillo che rappresenta gli ultrà, a 24 ore dal match Milan-Bologna in programma stasera alle 20.45 al Meazza. Nell’informativa che compendia gli esiti dell’indagine “Doppia Curva”, gli investigatori hanno inserito Guerrini “tra gli organici deputati alle azioni violente”.

GUERRA
Luca Guerrini,27 anni,ieri pomeriggioin via degli Imbrianidopo l’agguatoa colpi di pistolaa cui è scampato

Il 14 settembre 2022, viene riconosciuto dagli agenti della Digos come uno dei partecipanti agli scontri con le forze dell’ordine dopo il match di Champions League Milan-Dinamo Zagabria. Nel maggio 2023, viene indagato per minacce aggravate insieme ad altri cinque per lo striscione affisso sotto casa del giocatore dell’Inter Federico Di Marco (“Di Marco pensa a giocare o la lingua te la facciamo ingoiare”), “reo” di aver intonato un coro anti-Sud che all’epoca la Nord interista aveva smesso di cantare per rispettare il “patto di non belligeranza” tra Lucci e il triumvirato Bellocco-Beretta-Ferdico. Un’incursione che gli costerà un anno di Daspo fuori contesto, terminato nel gennaio scorso.

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A divieto concluso, Guerrini, che annovera pure reati contro il patrimonio (furti in esercizi commerciali, alcuni commessi con “Shrek” Sticco), è tornato al secondo anello blu. Forse, però, ha fatto qualcosa di sbagliato. Qualcosa che esecutori ed eventuali mandanti hanno ritenuto di dover punire subito, pur sapendo che un blitz così eclatante, in pieno giorno alla Bovisa, non farà che incrementare ancor di più la già altissima attenzione delle forze dell’ordine su tutto ciò che succede sugli spalti di San Siro.