Incidenti mortali a Milano: cinque vittime in sei mesi. Una corsa del silenzio per non dimenticare

In tutti i casi recenti c’entra un mezzo pesante. L’appuntamento è per domani alle 19 in piazza Resistenza Partigiana, tappa nelle vie dove si sono verificati gli ultimi, fatali investimenti

L'incidente in cui è morta, a 39 anni, la ciclista Cristina Scozia

L'incidente in cui è morta, a 39 anni, la ciclista Cristina Scozia

Milano – Una biciclettata silenziosa in memoria di tutte le persone che hanno perso la vita mentre pedalavano in città. L’appuntamento è per domani alle 19. A Milano ma non solo: la “Ride of silence”, infatti, unirà in contemporanea diverse metropoli del mondo. Nel capoluogo lombardo, come altrove, il percorso sarà scandito da tappe purtroppo evocative: i ciclofili passeranno dalle vie e dalle piazze nelle quali si sono verificati gli ultimi incidenti mortali. Incidenti quasi sempre con un minimo comune denominatore: il coinvolgimento di un mezzo pesante che – vuoi per il fenomeno dell’angolo cieco, vuoi per disattenzione del conducente – finisce per travolgere il ciclista senza lasciargli scampo. Il ritrovo, allora, è in piazza Resistenza Partigiana, dove, a luglio del 2017, Franco Rindone, avvocato 52enne, pagò con la vita l’impatto con un camion in servizio in un cantiere.

Quindi le altre tappe: quella lungo la ciclabile di via Sforza, all’angolo con corso di Porta Vittoria, dove, il 20 aprile scorso, è morta Cristina Scozia, madre e personal trainer di 39 anni, investita da una betoniera. Quindi i Bastioni di Porta Nuova – in questo caso a perdere la vita fu un’insegnante di yoga, Silvia Salvarani, il 2 novembre del 2022 –, e piazzale Loreto, angolo viale Brianza, il luogo in cui è stata investita, sempre mortalmente e sempre da un mezzo pesante, Veronica Francesca D’Incà, mamma di 38 anni.

Non è finita: la “Ride of Silence" toccherà anche via Valassina, dove la 95enne Angela Bisceglia – che camminava a piedi – è stata investita dal conducente di un furgone intento a fare retromarcia nonché via Comasina, il luogo dell’ultimo incidente, il luogo dove ha trovato la morte Li Tianjiao, 54enne, sopraffatto, di nuovo, da un mezzo pesante e, di nuovo, per effetto del fenomeno dell’angolo cieco. Una statistica eloquente: cinque vite perse nel giro di sei mesi.

Questi gli ultimi casi, come detto. Senza dimenticare, però, tutti gli altri, a partire dal piccolo Giacomo, investito ormai nel 2011, ad appena 12 anni, in via Solari, un lutto che accelerò la tracciatura della pista ciclabile, o, ancora, il 31enne Ahmed rimasto esanime in corso Europa nel 2013. "La pedalata è promossa da associazioni, singole persone e gruppi informali. Invitiamo tutte e tutti a partecipare portando un fiore, un biglietto, ad attivarsi per lasciare un ricordo – è il messaggio diramata ieri dagli organizzatori della biciclettata –. La “Ride of silence" ha l’adesione del Municipio 9".

Nel frattempo le stesse associazioni della ciclabilità attendono provvedimenti che neutralizzino il fenomeno dell’angolo cieco. Una direttiva dell’Unione Europea imporrà, dal 2024 in avanti, su tutti i mezzi pesanti di nuova costruzione la dotazione di sensori che allertino il conducente della presenza di un altro veicolo ai lati del mezzo stesso. Il Consiglio comunale di Milano ha già approvato all’unanimità un ordine del giorno col quale invita la Giunta a vietare l’ingresso in Area B proprio ai mezzi pesanti sprovvisti di tali sensori. Nel documento si chiede che tale divieti scatti entro luglio 2024 ma dopo gli ultimi incidenti mortali, le associazioni delle due ruote hanno sollecitato Palazzo Marino a fare anche prima, ad introdurre il divieto appena possibile. Oltre ai tempi tecnici necessari per consentire agli autotrasportatori di adeguarsi, bisogna però sciogliere alcuni nodi strettamente normativi: tali sensori, infatti, non sono attualmente previsti dal Codice della Strada.

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