Silvia Salvarani, la maestra di yoga uccisa da una betoniera: "Addio anima piena di luce"

Milano, la donna è stata investita il 2 novembre sui Bastioni di Porta Nuova. L’autista si è fermato per le urla dei passanti. Insegnante di yoga da oltre 40 anni, teneva seminari e scriveva libri. Su Facebook le parole del fratello

Silvia Salvarani

Silvia Salvarani

Milano - Silvia Salvarani non ce l’ha fatta. È morta dopo un’agonia di due settimane la donna di 66 anni originaria di Ancona e residente da anni a Milano che lo scorso 2 novembre è stata travolta da una betoniera mentre pedalava sui Bastioni di Porta Nuova all’incrocio con via Solferino. Sull’asfalto, per ore, è rimasta la sua bici distrutta e pure il tappetino di yoga che aveva con sé: un particolare che subito ha rivelato la sua passione. Laureata in Scienze motorie, si era specializzata nello yoga e lo insegnava dal 1980, dirigendo anche una scuola di formazione on line per insegnanti. Si è spenta ieri notte all’ospedale Niguarda, dove era ricoverata in gravi condizioni dal giorno del terribile incidente. Commovente il ricordo del fratello Marco, che così scrive su Facebook: "Idee differenti, vite diverse, città lontane. Avremo forse modo di incontrarci di nuovo, altrove. Che la tua anima possa godere della luce in cui credevi ed insegnavi". La sua passione per lo yoga, aveva spiegato lei stessa, era nata in tenera età grazie al padre "che lo aveva appreso durante i 5 anni da prigioniero di guerra trascorsi in India dove era entrato in contatto epistolare con il maestro Sivananda di Rischikesh", che ha unito tutti i sistemi degli antichi maestri conosciuti.

"Prima in Italia a introdurre i 5 tibetani", un rituale che fonde insieme alcune posizioni di yoga con altre dello stretching, la sessantaseienne teneva corsi e seminari in tutta Italia e aveva anche scritto libri sulla materia. Anima ambientalista, amava gli animali e si esponeva lanciando appelli per "non mangiarli". Non stupisce che per spostarsi in città usasse la bicicletta, mezzo ecologico per eccellenza. Forse quella mattina aveva appena finito una lezione o doveva cominciarla ma non è mai arrivata a destinazione: alle 10.45 del 2 novembre è stata travolta da un camion con la betoniera sul rimorchio, che avanzava da piazza XXV Aprile in direzione piazza Principessa Clotilde. Secondo quanto rilevato al momento dalla polizia locale, il mezzo pesante ha svoltato a destra per immettersi nella stradina laterale che consente poi di svoltare a sinistra, verso via Melchiorre Gioia. Ma ha preso in pieno la donna che con tutta probabilità avanzava nella stessa direzione, pedalando sul lato destro e nell’angolo cieco del mezzo. Quindi sarebbe stata “agganciata“ e trascinata per un tratto, finendo sotto il camion ancora in movimento. L’autista si è fermato sentendo le urla dei passanti attorno. Solo a quel punto si sarebbe accorto dell’incidente. La sessantaseienne è rimasta incastrata sotto il mezzo e ci sono volute tre squadre dei vigili del fuoco per liberarla. Poi la corsa dell’ambulanza fino al Niguarda , dove la donna è arrivata in condizioni gravissime ed è stata sottoposta a delicati interventi chirurgici. Ma erano troppo gravi le ferite riportate: ieri, Silvia si è arresa.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro