
Il saluto degli amici a Idris
Milano, 13 giugno 2021 - Le moto che rombano in piazza San Giuseppe, le lacrime, gli applausi, i fumogeni bianchi e gli striscioni con le scritte "Fai volare i tuoi sogni in alto tra le nuvole" e "Ciao Idris, Bicocca non ti dimenticherà". Così ieri il quartiere ha dato l’ultimo saluto a Idris El Sawah, il 19enne morto una settimana fa in viale Fulvio Testi dopo essersi schiantato con una Bmw X5. Accanto al feretro bianco, coperto di rose candide, familiari e amici hanno distribuito magliette e bandane con il suo volto stampato, accompagnato dalla frase "Nostro angelo custode dal 6 giugno 2021". Poi tutti dentro la chiesa di Gesù divin lavoratore, per l’addio. "Non è un funerale, Idris non era battezzato: è un saluto a un amico", ha sottolineato don Luciano Angaroni, parroco fino a 3 anni fa, che conosceva il ragazzo. "Quando aveva 15 anni - ha raccontato - si è presentato dicendomi di voler fare l’animatore. Di lui mi è rimasto impresso il rispetto che aveva sia verso i piccoli, sia verso gli amici. Porterò nel cuore la sua sensibilità, il suo entusiasmo, prendeva per mano un bimbo ed era capace di seguirlo per tutto il giorno se qualcosa non andava". Ha definito la sua morte "un evento inaspettato e tragico. Non stiamo accompagnando semplicemente un cadavere ma un amico, certi che ci sia un destino buono. Dobbiamo fare tesoro del dono che Idris ci lascia: apprezzare sempre di più il dono della vita". Il fratello Adam, ventiduenne, in lacrime insieme alla mamma e alla sorella, di 20 anni, ha voluto onorare la memoria di Idris, "la cui vita - ha spiegato - è stata dura dal primo giorno. In famiglia abbiamo attraversato alti e bassi, è diventato uomo quando era ancora un bambino. Abbiamo sempre fatto fatica a dirci che ci volevamo bene ma sapevamo di poter contare sempre l’uno sull’altro. Era schifosamente sincero, eccezionalmente altruista e aveva un gran gusto nel vestire". Ha strappato anche sorrisi: "Non ho mai capito come un “ibridus“, come si definiva, mezzo romeno e mezzo egiziano, ascoltasse solo musica neomelodica". Brani che hanno accompagnato il feretro all’uscita, insieme a canzoni rap e a "E’ per te" di Eros Ramazzotti. "Voglio rasserenare chi è triste - ha concluso il fratello -: Idris amava sua madre, il lusso e la velocità e non gli piacevano le regole. E’ morto col sorriso: era nel lusso, andava veloce, non aveva la cintura, e sua madre era lì". Ora sono in corso le indagini della polizia locale per fare luce sulla sua vicenda, e tanti sono i punti da chiarire: come quel suv, che non apparteneva né a lui (neopatentato), né ai familiari, è finito nella sua disponibilità? Perché i parenti hanno riavuto il suo telefono solo in ospedale, rotto? Interrogativi ancora senza risposta.