Ultrà di Inter e Milan arrestati, i primi Daspo: niente stadi per 10 anni

Notificata la prima trance di provvedimenti interdittivi emessi dal questore di Milano, Bruno, Megale in relazione all'inchiesta sulle Curve di San Siro. Ne arriveranno altri 89

Milano, 3 ottobre 2024 – È stata quasi tutta notificata la prima tranche di Daspo - i provvedimenti interdittivi alle manifestazioni sportive - emessi dal questore Bruno Megale in relazione all'inchiesta milanese che vede coinvolte le organizzazioni ultras di Inter e Milan.

Si tratta di 24 Daspo tranche terranno lontano dagli stadi i soggetti destinatari per un periodo compreso tra i 3 e i 10 anni e a cui dovrebbero seguire decine di altri provvedimenti in tempi relativamente brevi.

Il questore di Milano Bruno Megale
Il questore di Milano Bruno Megale

Fuori dagli stadi

Le misure erano state annunciate dal questore Bruno Megale, a margine della conferenza sull’ondata di arresti fra le curve milanesi.

Per tenere fuori da San Siro i violenti, contestualmente alle misure cautelari eseguite all'alba di lunedì 30 settembre, la Questura di Milano ha emesso anche 24 provvedimenti di Daspo, di cui 10 aggravati dall'obbligo di firma, che impediranno ai destinatari di accedere agli impianti sportivi di tutta Europa per un determinato periodo di tempo.

A macchia d’olio 

Allo stesso tempo, il questore Bruno Megale ha annunciato durante la conferenza stampa in Procura l'avvio di altri 89 procedimenti amministrativi per i cosiddetti Daspo "fuori contesto", uno strumento previsto dalla legge che consente di chiudere le porte degli stadi, e in questo caso del Meazza, a coloro che negli ultimi anni hanno riportato condanne per reati particolarmente gravi come rapine, estorsioni e associazioni a delinquere sia semplice che di tipo mafioso.

Un'inquadratura dell'interno di San Siro
Un'inquadratura dell'interno di San Siro

Il segnale forte

Un modo per dare "un segnale forte", ha chiarito Megale, in linea con quanto dichiarato in precedenza dal procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo sui rischi elevatissimi legati alla penetrazione della criminalità nel mondo del calcio. "Questa indagine dice che bisogna smetterla di far finta di niente e di voltarsi dall'altra parte", il monito del magistrato a capo della Dna.