
Il “padre“ del Bosco Verticale si dice "fiducioso nella magistratura", è a giudizio anche per il BoscoNavigli "Con i miei legali stiamo preparando una memoria difensiva sulla Beic che invieremo al giudice" .
"Sulla vicenda Beic confermo la mia fiducia nella magistratura. I miei avvocati stanno predisponendo una memoria difensiva che invieremo al gip". Lo scrive in una nota l’architetto Stefano Boeri, subito dopo avere avuto notizia ufficiale della richiesta del suo rinvio a giudizio. L’archistar è indagato per turbativa d’asta nell’inchiesta per la realizzazione, a Porta Vittoria, della Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, la Beic. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di sei persone, oltre al padre del Bosco Verticale, c’è anche un altro architetto di fama internazionale Cino Zucchi. I due docenti del Politecnico erano nella commissione aggiudicatrice che nel luglio di tre anni fa proclamò vincitrice una cordata di cui facevano parte alcuni loro allievi o partner professionali, ora indagati, cioè Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi, ricercatori sempre alla facoltà di Architettura, Pier Paolo Tamburelli dello studio Baukuh. Rispetto all’indagine originaria i pm Giancarla Serafini, Paolo Filippini e Mauro Clerici, con l’aggiunto Tiziana Siciliano, hanno stralciato in vista della richiesta di archiviazione la posizione di Manuela Fantini, e hanno cancellato dalle imputazioni una contestazione di falso in atto pubblico. Ora la parola passa al giudice delle indagini preliminari che dovrà decidere sulla proposta dei pubblici ministeri. I reati ipotizzati dalla Procura, di turbativa e falso erano stati riconosciuti dal gip Luigi Iannelli nel provvedimento con cui, lo scorso 18 febbraio, non aveva accolto la richiesta di arresti domiciliari per i due docenti e per Tamburelli, disponendo, invece, misure interdittive come il divieto temporaneo, da un anno a 8 mesi, di fare parte di commissioni per i concorsi pubblici e di lavorare con la pubblica amministrazione. Boeri e Zucchi, rispettivamente presidente e componente della commissione giudicatrice del concorso, secondo l’accusa avrebbero addirittura trovato "accordi" con i vincitori, documentati da chat con messaggi del tipo "Evviva!!! grazie!" o alcuni allusivi, forse goliardici, tra Zucchi e Tamburelli con immagini, tra cui quelle di un libro con dentro un ventaglio di biglietti da 50 euro e di un tycoon che ridendo maneggia banconote. Boeri, tra l’altro, è anche a processo assieme ad altri imputati in una delle inchieste milanesi sulla gestione urbanistica della città, quella sul progetto Bosconavigli.