
Incendio nella Casa dei coniugi a Milano
“Venite proprio subito, c'è un fumo pazzesco”. Con queste parole la custode della Casa per Coniugi di Milano ha dato l'allarme la notte del 7 luglio scorso, quando è scoppiato l'incendio nella casa di riposo che ha ucciso sei persone, quattro proprio per le esalazioni del fumo. Alla chiamata di una delle degenti del primo piano sono andata correndo per capire - ha raccontato la custode al Tg1 - e ho visto tanto fumo”.
La dipendente della rsa ha spiegato che era stata chiamata da una delle due ospiti della camera 605, quella che si è incendiata, perché c'era fumo. È quindi salita a controllare per poi tornare giù, avvisare l'infermiere, e telefonare. Un passaggio che ha richiesto diversi minuti. Quindui la chiamata, prima al 112, poi al 115.
“Sono l'operatrice della Casa per coniugi. Mi ha telefonato un ospite che c'è fumo. Sono andata sopra correndo per capire e ho visto che al primo piano c'era tanto fumo nella stanza. Poi sono scesa alla reception. Ho telefonato all'infermiere che vada a vedere ma in realtà abbiamo bisogno del 115. Nella stanza dove esce tanto fumo ci sono due persone” ha aggiunto la custode all'operatrice del numero unico di emergenza, che poi passa la chiamata ai vigili del fuoco. “Ho bisogno del vostro intervento” spiega subito dopo l'operatrice al 115. “Mando subito una squadra” le assicura l'operatore dei vigili del fuoco.