FEDERICA ZANIBONI
Cronaca

Omicidio Tramontano, il test del tappeto nella lavatrice per provare la premeditazione di Impagnatiello

I giudici autorizzano il dissequestro dell’appartamento dove è avvenuto il delitto di Giulia Tramontano ma i pm ieri hanno portato via i due oggetti per chiedere il via libera a un "esperimento giudiziario"

Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano, la giovane è stata uccisa dal fidanzato al settimo mese di gravidanza

Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano, la giovane è stata uccisa dal fidanzato al settimo mese di gravidanza

Milano – Un tappeto e una lavatrice potrebbero dimostrare la premeditazione nell’omicidio di Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi e uccisa dal fidanzato Alessandro Impagnatiello nel loro appartamento a Senago. Gli investigatori sono tornati ieri nella casa di via Novella per portare via i due oggetti, dopo che la Corte d’Assise di Milano, davanti alla quale è in corso il processo all’ex barman assassino, ha autorizzato il dissequestro della casa. La Procura però ha chiesto di mantenere i sigilli sul tappeto e la lavatrice nel caso venisse dato il via libera per un “esperimento giudiziale”: una mossa che potrebbe accertare la pianificazione del delitto.

Alla scorsa udienza, durante l’esame in aula di Impagnatiello, il pm Alessia Menegazzo si è soffermata proprio sul tappeto che, nonostante si trovasse nel salotto in cui Giulia è stata ammazzata con 37 coltellate, non presentava la minima traccia di sangue.

L’ipotesi dei pubblici ministeri, che accusano il 31enne di avere premeditato l’omicidio, è che avesse spostato il tappeto prima del delitto proprio per non farlo sporcare. Rispondendo alle domande in aula, l’imputato ha detto che l’arredo quella sera "non era presente perché il giorno prima o il giorno stesso Giulia lo aveva lavato, era steso sul balcone". A queste parole Loredana Femiano, madre della vittima, si è alzata in piedi nell’aula e ha scosso la testa. "Il tappeto – ha proseguito Impagnatiello – è stato riposizionato da me dopo aver pulito. L’ho rimesso a terra quando ho riordinato l’appartamento". Una versione che secondo l’accusa non sta in piedi, in quanto a causa del maltempo di quella notte il tappeto non sarebbe stato nemmeno asciutto. "Sono venuto a conoscenza che c’è stata una pioggia incessante – ha ribattuto l’ex barman –, il tappeto sarà stato probabilmente umido ma non era fradicio o gocciolante". L’obiettivo dell’esperimento giudiziale, nel caso in cui venisse concesso, dovrebbe essere proprio quello di chiarire se l’oggetto possa essere infilato all’interno della lavatrice per via delle dimensioni e della composizione. Se dovesse emergere che è troppo grande, Impagnatiello avrebbe mentito sul fatto che fosse stato lavato in casa e che non si trovasse nel salotto per questo.

Un altro elemento presente nella stanza e sul quale è stato interrogato l’uomo è il divano, pure questo pulito e intonso. In questo caso si pensa che, avendo deciso di uccidere Giulia, Impagnatiello si sia premurato di apporvi sopra un telo affinché non si macchiasse. "Il divano è sempre rimasto lì – ha detto lui –, è stato spostato solo dopo la morte di Giulia per pulire il pavimento". Quando gli è stato chiesto come sia possibile che non si sia macchiato, trovandosi vicinissimo al punto esatto in cui la 29enne è stata accoltellata, Impagnatiello ha detto che "è stato pulito anche quello qualora ci fossero macchie. Non ricordo che fosse particolarmente macchiato. Non ho coperto con un lenzuolo né con qualsiasi altro oggetto il divano né altre parti dell’appartamento".

L’esame in aula dell’ex barman proseguirà lunedì quando dovrebbero essere sentiti gli unici due testimoni della difesa: uno psicologo e uno psichiatra. Secondo quanto emerso dalla consulenza dei due, l’uomo "è portatore di un complesso disturbo" con tratti "narcisistici" e "ossessivo-compulsivi".