ANNA GIORGI
Cronaca

Alessandro Impagnatiello, il manipolatore narciso che si divertiva a “gestire due donne”. Giulia era diventata una “nemica”

Lo psichiatra della difesa del reo confesso del delitto Tramontano: il lavoro coi vip ha gonfiato il suo ego. "Lasciò il posto da contabile per fare il barman, voleva entrare nello showbiz" e mal digeriva la vita semplice a Senago

Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano

Milano – “Un grave disturbo della personalità caratterizzato da tratti narcisistici, ossessivo-complusivi e paranoidei, strettamente legati fra loro": si legge nelle 15 pagine di perizia a firma Raniero Rossetti, lo psichiatra nominato dalle avvocatesse Giulia Geradini e Samanta Barbagli, difesa di Alessandro Impagnatiello, reo confesso del massacro della fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi di suo figlio Thiago. E, sempre stando alla perizia, sono state "le vicende socio-lavorative che nel corso degli anni hanno amplificato e scoperchiato" i suoi latenti disturbi. La dettagliata perizia parte dal racconto della vita del futuro assassino: diploma di ragioneria, diventato padre a 22 anni, di un bambino amato, avuto da una ragazza dell’hinterland, conosciuta a scuola. Poi stanco del lavoro anonimo di contabile in ufficio, Impagnatiello decide di seguire le orme del fratello e di fare un corso da barman, prima di fare esperienza, lavorando come barista a Londra.

"Per le sue qualità – si legge nelle carte – riesce a farsi assumere in un noto locale della movida Milanese ed è qui che la sua vita cambia. Ha grande fiducia in se stesso, nelle sue risorse e scarsa considerazione dell’altro – scrive lo psichiatra –. Relazioni sociali molto superficiali, manipolatorie e finalizzate solo alla gratificazione personale". Nelle pagine depositate in procura sono riportati stralci della conversazione fra Impagnatiello e lo psichiatra: "In quell’ambiente vip (l’ArmaniCafè, ndr) io ci sguazzavo come un pesce nell’acqua – sono le sue parole – davo del tu a calciatori e veline, ero vezzeggiato e coccolato dai personaggi tv". E racconta che tra un cocktail e l’altro avrebbe "chiesto a un personaggio famoso o comunque era stato sollecitato da questo a intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo".

C’era il successo nella testa di Impagnatiello, non la vita semplice con la casa in affitto a Senago, il sabato pomeriggio al centro commerciale con la compagna a fare la spesa e scegliere la carrozzina di Thiago. Lo psichiatra rileva poi, che il disturbo della personalità lo ha portato a fare in modo che Giulia non fosse più "percepita lucidamente come la sua compagna di vita e la madre del figlio che stava per nascere", ma come "la nemica che aveva minato e poi mandato in pezzi la sua quotidianità pompata e gonfiata dall’attività lavorativa ’immaginifica’, dalla relazione con l’altra ragazza e dal godimento narcisistico di essere in grado di gestire le due donne". Ecco quindi spiegato il "crollo" del 27 maggio e l’identificazione della colpevole che le aveva sottratto questo "doppio giochino gratificante". C’era una colpevole da punire con odio, con 37 coltellate.