
di Giambattista Anastasio
Far entrare il teatro a scuola senza limitarsi a celebrare il risultato di questo incontro con il classico saggio di fine anno ma creando le condizioni perché l’uno e l’altra, il teatro e la scuola, escano dal confino in cui spesso sono relegati e diventino un’occasione, nonché un luogo fisico, di scambio con il quartiere, con la comunità. Per dirla con le parole di Giovanni Ascione: "Portare il teatro a scuola non per farlo restare chiuso tra le mura delle aule ma perché le abbatta e aiuti a rendere la scuola un polo culturale aperto".
È questo l’obiettivo perseguito dal 2019 dall’Istituto Comprensivo Rinnovata Pizzigoni. La spinta definitiva è arrivata a settembre di due anni fa, quando il Ministero per le Attività Culturali, nell’ambito di un bando, ha premiato il progetto TeatroAttivaCultura (TAC) ideato dai docenti della Rinnovata insieme al Teatro del Buratto e all’Associazione Europe for All, entrambi partner cofinanziatori, e supportato da realtà quali AGITA, ATIR, Opera Pizzigoni, Comunità Progetto, Conservatorio Giuseppe Verdi e Municipio 8. Ma alla Rinnovata si era partiti già qualche mese prima: "A marzo del 2019 – spiega Ascione, referente del progetto TAC, attore e insegnante alla media Puecher, che è parte della Rinnovata –, insieme ad altri docenti che si sono formati teatralmente al Buratto, abbiamo organizzato uno spettacolo itinerante all’interno della nostra scuola, uno spettacolo aperto a tutti: abbiamo attratto circa 700 persone in due serate. Poi a settembre dello stesso anno abbiamo vinto il bando del Ministero". Ed è decollato il progetto di una scuola aperta grazie alle chiavi del teatro.
"All’interno dell’istituto abbiamo dato vita a più laboratori: dal laboratorio teatrale al laboratorio video passando per quelli dedicati ai costumi teatrali, alla scenografia e alle coreografie. Questi laboratori – sottolinea Ascione – non erano aperti solo agli studenti ma anche ai docenti, alle persone del quartiere e a professionisti. Esempio: nel laboratorio sui costumi teatrali abbiamo coinvolto anche sarti". I lavori realizzati in questi laboratori sono stati utilizzati nello spettacolo teatrale dei ragazzi delle medie, un “Romeo e Giulietta“ andato in scena a febbraio 2020 alla Puecher e prodotto in casa, nel senso che alcuni studenti vi hanno preso parte come attori, altri hanno badato ai costumi, altri ancora hanno gestito le luci, l’audio e le entrate e le uscite da dietro le quinte. "Io mi sono seduto a guardare" racconta Ascione. Anche in questo caso si è trattato di un evento aperto: "Per un’intera settimana i ragazzi hanno fatto tre repliche al mattino e una alla sera. Nel primo caso c’erano i compagni di scuola a guardarli, nel secondo chiunque volesse, a partire dalla gente del quartiere" spiega il referente di TAC. In tutto sono stati coinvolti almeno un’ottantina di ragazzi. Trecento circa, divisi in 14 classi, gli allievi della primaria a loro volta coinvolti in azioni e spettacoli teatrali aperti. E la Rinnovata si è a sua volta aperta agli spettacoli di compagnie professioniste, ospitandone tre e non facendo mancare momenti di confronto tra gli studenti e gli attori una volta finito allo spettacolo. "Grazie al bando abbiamo potuto acquistare un palco, le luci e un impianto audio" dettaglia Ascione. Lo stesso bando impone di concludere il progetto entro il 15 ottobre 2021, tra poco.
Da qui il convegno di ieri al Teatro del Buratto. E due necessità: quella di tirare le somme e fare un bilancio e quella di guardare avanti ed individuare i prossimi obiettivi per evitare che questa esperienza si perda. Quanto al primo punto bastano le parole scritte da Beatrice Bobrov, studentessa di una terza media della Puecher, in una lettera-appello letta ieri al convegno: "Noi siamo in un’età in cui dipendiamo ancora dalla scuola, dalla famiglia, dalle persone a noi vicine e se per prime le istituzioni, voi che siete qui oggi, non fate qualcosa, non bisogna sorprendersi se da un giorno all’altro opere importanti e con esse gli autori che le hanno realizzate, saranno dimenticate. (...) Chiedo a voi che oggi vi siete riuniti, le istituzioni, i teatri per ragazzi, la scuola, di adattare i vostri rapporti alle nostre esigenze; quindi, perché non fornire ai bambini, agli adolescenti, ma anche a persone più grandi, la possibilità di crescere attraverso una cosa così bella e preziosa come il teatro?". Quanto ai prossimi obiettivi, Ascione non ha dubbi: "Dobbiamo far entrare gli strumenti del teatro nella didattica. Il teatro deve essere concepito come un’attività che entra nelle trame della didattica. In modo che aiuti a vivere il “qui e ora“, a cogliere le necessità della comunità".
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