Milano – Attraverso il Superbonus 110% sono stati dirottati sulle case popolari di Milano e hinterland 290,5 milioni di euro. A tanto ammonta il costo complessivo degli interventi di riqualificazione dei condomìni e degli alloggi pubblici messi in agenda da Aler Milano, l’azienda dell’edilizia residenziale pubblica controllata dalla Regione Lombardia.
Nel dettaglio, gli interventi attivati nel capoluogo e nella relativa area metropolitana sono stati 104 e hanno interessato 134 caseggiati e 5.238 appartamenti. Numeri riportati in un report della stessa Aler. Detto altrimenti: il Superbonus ha consentito di riqualificare il 7,5% degli alloggi gestiti da Aler Milano, che nel complesso sono settantamila. Tanto, abbastanza o poco? Dalla direzione generale dell’azienda regionale hanno sempre sottolineato che nessun altro ente di edilizia pubblica in Italia ha messo in agenda tanti cantieri. Di diverso avviso i partiti del centrosinistra, che in Consiglio regionale siedono all’opposizione, secondo i quali quella del Superbonus è l’ennesima occasione persa per un robusto rilancio delle case popolari: Aler Milano, in sintesi, ha dimostrato di non avere le capacità amministrative, organizzative e progettuali per sfruttare a dovere uno strumento che avrebbe potuto dare una grande mano alla valorizzazione del patrimonio dell’edilizia pubblica. Una critica, questa, che origina anche da una considerazione: delle 104 procedure attivate, ben 88 riguardano condomìni a proprietà mista. E qui, in diversi casi, sono stati gli amministratori di condominio a prendere l’iniziativa, non Aler.
Andando alla maniera degli umarell a dare un occhio ai cantieri aperti grazie alla discussa agevolazione se ne trova qualcuno di particolarmente significativo. Il riferimento è agli interventi in via Bolla e in via Salomone. E, per motivi diversi, in via Russoli. Quelli di via Bolla, al quartiere Gallaratese, sono tra i caseggiati popolari più critici di Milano. Lo strumento del Superobonus ha permesso ad Aler di riqualificare dal punto di vista energetico lo stabile che si estende dal civico 26 al 36, che conta in tutto 88 appartamenti. L’investimento in questo caso è stato di circa 11 milioni di euro. Anche i caseggiati di via Salomone, alla periferia sud-est di Milano, rientrano da tempo nell’elenco di quelli da riqualificare con particolare urgenza, basti pensare che Papa Francesco, nel 2017, durante la sua visita a Milano, decise di visitarli portando agli inquilini il proprio saluto.
Anche in questo caso, come in via Bolla, il Superbonus ha permesso di avviare cantieri – ad oggi non ancora conclusi – per l’efficientamento energetico dei palazzi, incluso il rifacimento delle facciate e delle coperture. Infine i quattro condomìni popolari di via Russoli, al quartiere Barona, segnati da una storia del tutto particolare. Qui l’intervento di riqualificazione è nato dal basso, è stato voluto e ideato da alcuni inquilini riunitisi nell’associazione ‘Coltivare la città’ insieme a Tiziana Montersi, architetto e cofondatrice di ‘Rice House’, azienda specializzata nell’edilizia sostenibile, in particolare nel costruire con gli scarti del riso. A dare la spinta è stato il rinvenimento, nel 2011, di parti di amianto nelle facciate dei quattro palazzi: da qui la loro rimozione e la necessità di una riqualificazione degli stabili. Il progetto in questione risale addirittura al 2015 ma Aler Milano non vi ha dato il suo assenso – per mancanza di liquidità – fino a quando non si sono presentati due fattori o due occasioni: il Superbonus 110% e la disponibilità di A2a di fare da capofila nell’ambito di un piano che prevedesse di sfruttare proprio il Superbonus.
Se il progetto è stato trasposto dalla carta millimetrata alla realtà è stato, quindi, per l’unione di questi due fattori. I lavori si sono formalmente conclusi ad aprile del 2024, per un importo di circa 12 milioni di euro e con tanto di visita del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ma in alcuni alloggi si stanno rendendo necessari ulteriori interventi per porre rimedio ad alcune criticità lasciate in dote dai cantieri.