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Il pm cambia idea: Storari non va assolto

MILANO

La procura di Brescia cambia idea. Dopo che era stato fatto trapelare che non c’era la volontà di impugnare la sentenza con cui il gup Federica Brugnara lo scorso 7 marzo aveva assolto con la formula "perché il fatto non costituisce reato" il pm Paolo Storari (nella foto), accusato di rivelazione del segreto d’ufficio per il caso dei verbali di Piero Amara su una presunta loggia Ungheria, è arrivata ieri una mossa a sorpresa: il ricorso depositato in appello per chiedere di ribaltare la decisione presa dal giudice al termine del processo con rito abbreviato. Il cambio di rotta degli inquirenti bresciani è stato riferito in ambienti giudiziari potrebbe offrire lo spunto alla difesa di Storari di chiedere l’assoluzione con una formula più ampia. Il pm milanese era finito imputato assieme all’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo al quale, nell’aprile 2020, aveva consegnato copia di quei verbali con lo scopo di chiedere tutela in quanto, a suo dire, l’allora procuratore Francesco Greco e la sua vice Laura Pedio avevano messo un freno alle indagini per far luce se quelle dichiarazioni fossero veritiere o calunnie. Per Davigo il processo si aprirà il prossimo 20 aprile. Il ricorso emerge nelle pieghe delle motivazioni della sentenza depositate dal gup di Milano Carlo Ottone De Marchi, con cui ieri ha tramesso alla procura di Brescia gli atti del procedimento, che era in fase di udienza preliminare, a carico di Amara, Armanna e altre 4 persone accusate di calunnia nei confronti dell’allora avvocato dello stesso Armanna, il legale Luca Santa Maria, in una tranche dell’inchiesta della procura milanese sul cosiddetto falso complotto. Come affermato dal legale Piero Amara e dall’ex manager Eni Vincenzo Armanna nei loro interrogatori di fine 2019 "l’obiettivo della email dal contenuto calunnioso inviata" da Armanna nel 2017 e depositata all’allora procuratore di Milano Francesco Greco era quello di distogliere il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale dalla trattazione del processo Eni-Nigeria e dalla trattazione del procedimento sul cosiddetto falso complotto Eni.