MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Il papà di Cristina Scozia, uccisa da una betoniera: “Bene cordoli e sensori ma serve una cultura del rispetto”

Finalmente l’obbligo dei segnalatori dell’angolo cieco: ora si faccia di più" Cittadinanza onoraria dal Comune di Colturano dove la donna aveva vissuto

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Milano, 4 ottobre 2023 –  “Non si fa abbastanza per la sicurezza di pedoni e ciclisti. Penso ad esempio alle piste ciclabili: non possono essere delimitate solo da una riga di vernice sull’asfalto; bene i cordoli in corso Buenos Aires ma si faccia di più. Basta morti sulle strade". Parla Raffaele Scozia, papà di Cristina, la ciclista di 39 anni uccisa da una betoniera lo scorso 20 aprile mentre pedalava tra via Francesco Sforza e corso di Porta Vittoria, a una settimana dal suo compleanno.

Quali accorgimenti propone?

"Oltre a rendere molto più sicure le ciclabili dotandole di cordoli e facendo in modo che il percorso sia sempre separato da quello dei mezzi motorizzati, propongo anche di sincronizzare i semafori in modo diverso, per far sì che ci sia un momento in cui sia garantito il verde solo a chi pedala o va a piedi, perché anche se ha la precedenza non sempre questa gli viene concessa da chi guida e che in quel momento effettua una svolta. Questo accorgimento potrebbe incrementare la sicurezza nelle strada ad alto scorrimento e molto trafficate. Ma alla base ci deve comunque essere una cultura diversa, un’attenzione agli utenti deboli della strada, che preferiscono spostarsi a piedi o con un mezzo non inquinante".

Investimento ciclista Milano Corso di Porta Vittoria 6, nel riquadro la vittima Cristina Scozia
Investimento ciclista Milano Corso di Porta Vittoria 6, nel riquadro la vittima Cristina Scozia

È scattato l’obbligo di installazione del sensore per l’angolo cieco per i mezzi pesanti. Che ne pensa?

"Era ora. L’installazione del sensore è necessaria: può salvare vite. Si vada avanti con la protezione delle piste ciclabili; i cordoli rappresentano una sicurezza in più e apprezzo lo sforzo che si sta facendo in città per renderle le piste sempre più sicure per chi pedala ma non solo. Quanto al limite dei 30 chilometri orari: trovo possa fare la differenza in certe strade, e parlo di quelle più ridotte, che si trovano all’interno dei quartieri, ma a mio avviso non è necessario sulle carreggiate ad alto scorrimento. In generale penso che sia necessario un maggior rispetto delle regole che già esistono. Di base ci vuole sempre attenzione: chi si mette alla guida di un mezzo, qualunque esso sia, deve stare sempre vigile, che sia su una bicicletta o su un camion. È questione di un attimo, e la vita può cambiare per sempre. Io lo sto provando sulla mia pelle perché mia figlia non c’è più".

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Che persona era sua figlia?

"Una figlia e una persona adorabile. Non riesco a esprimere a parole il vuoto che ha lasciato. Era una ragazza piena di vita, una mamma esemplare. Si spostava abitualmente in bicicletta dal suo quartiere, Crescenzago, fino al luogo di lavoro nella zona di corso Italia. Assisteva una coppia di anziani nella riabilitazione motoria (era personal trainer, laureata in Scienza dello sport, e massaggiatrice olistica, con un passato da istruttrice di ginnastica e atletica leggera e di educatrice in scuole d’infanzia e primarie, ndr ). Considerava la bicicletta il mezzo di trasporto più veloce, ecologico ed economico".

In base a una prima ricostruzione della dinamica, la mattina del 20 aprile la bicicletta di Cristina Scozia e il mezzo pesante avanzavano nella stessa direzione, la dueruote lungo la corsia ciclabile tratteggiata sull’asfalto, quando la betoniera ha svoltato a destra senza accorgersi della dueruote nell’angolo cieco, travolgendola.

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Sta ricevendo ancora messaggi di affetto e cordoglio?

"Tanti: Cristina ha lasciato un segno indelebile in tante persone, era molto amata. Non passa settimana senza che qualcuno, amico o conoscente, mi faccia sentire il suo affetto. Giovedì sera (domani per chi legge, ndr ) Cristina riceverà la cittadinanza onoraria dal Comune di Colturano, della Città metropolitana di Milano, dove abbiamo vissuto per anni. Cristina è cresciuta lì e ci ha abitato per 30 anni. Io voglio ringraziare l’Amministrazione comunale a nome di tutta la famiglia. Anche se Cristina non c’è più, il calore che la comunità ci sta dando da mesi è un conforto enorme".