MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Il nuovo San Siro, il progetto è affidato a Foster e Manica: sarà pronto nel 2026

Milan e Inter puntano sull’archistar inglese per lo stadio da 71.500 posti. Il sindaco, intanto, pensa alla cessione dell’area: “Sarà questione di soldi”

Nuovo progetto San Siro

Nuovo progetto San Siro

Sarà Lord Norman Foster a disegnare il nuovo stadio di Milan e Inter a San Siro. I due club stanno per affidare il progetto dell’impianto al famoso architetto e designer britannico, il cui studio, Foster + Partners, lavorerà in tandem con Manica. Sì, parliamo dello studio di architettura che negli anni scorsi le società rossonera e nerazzurra avevano già coinvolto nel progetto stadio e che aveva partorito l’idea del nuovo impianto “Gli Anelli di Milano“, idea che però era stata sconfitta da “La Cattedrale“ pensata dallo studio americano Populous.

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Suggestioni del passato, “Gli Anelli“ e “La Cattedrale“. Si riparte da capo, dal duo Foster-Manica, che ha prevalso in una selezione che ha visto 13 studi coinvolti, di cui cinque giunti alla fase finale: il già citato Populous, lo svizzero Herzog & de Meuron, il britannico BDP Pattern con l’architetto danese Bjarke Ingels, lo statunitense Aecom con l’architetto Dan Meis e, appunto, Foster con Manica, come anticipato dal Corriere della Sera. Non ci sono ancora rendering, ma di sicuro il nuovo impianto che dovrebbe sorgere di fianco al Meazza, nell’area attualmente occupata dal Parco dei Capitani e dal parcheggio dello stadio, conterrà almeno 71.500 posti e dovrebbe essere pronto tra il 2030 e il 2031. Il progetto definitivo è atteso entro la prima metà del 2026.

Il condizionale, per ora, è obbligo, perché la trattativa tra Comune, proprietario dell’area, e Milan e Inter, aspiranti acquirenti del Meazza e del terreno limitrofo, non si è ancora conclusa. La base della trattativa poggia sulla valutazione fornita dall’Agenzia delle Entrate sull’attuale stadio e sull’intera area: 197 milioni di euro. Una valutazione su cui la Giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala ha chiesto un approfondimento alla Bocconi e al Politecnico di Milano. Palazzo Marino, intanto, ha già fissato una scadenza per concludere la vendita: entro e non oltre il 31 luglio. Sì, perché in autunno, se il Meazza rimanesse comunale, potrebbe scattare il vincolo della Sovrintendenza sul secondo anello.

I tempi stringono. Sala, intervistato ieri mattina su Rtl 102.5, è netto: "Sullo stadio continuiamo a lavorare e alla fine sarà una questione di soldi, come è normale che sia. Non voglio regalare niente a nessuno. L’accusa e alcuni ricorsi sostengono che il Comune potrebbe ricavare più soldi dalle aree. Lo dico io, certo che potrebbe farlo, basta che dica non c’è più lo stadio ma ci sono tante residenze. Se la vendi per le residenze l’area te la comprano ad un prezzo più alto. Ma noi non vogliamo che Milan e Inter vadano a San Donato o a Rozzano. Rimane il fatto che io amo il mio lavoro ma c’è uno che fa le cose e dieci che fanno ricorso".