
L’arresto dell’assassino è avvenuto vicino alla “Mela“ di Michelangelo Pistoletto
Se ne stava steso all’ombra della Mela di Pistoletto, al centro di piazza Duca d’Aosta. Gli agenti della Polfer, che ogni notte pattugliano l’area che ruota attorno alla Centrale e che mappano costantemente le presenze nella zona, hanno notato un volto nuovo e lo hanno subito ricollegato a quello inserito in un mandato di cattura europeo di una settimana prima: i lineamenti erano molto più appesantiti rispetto alla foto segnaletica, ma l’evidente somiglianza ha spinto i poliziotti ad approfondire i controlli.
E così sono riusciti ad arrestare il trentunenne Arian A., ricercato in Francia per un duplice omicidio avvenuto il 22 giugno ad Argenteuil, cittadina di circa 100mila abitanti nel dipartimento della Val-d’Oise: gli investigatori transalpini lo accusano di aver assassinato la madre di 64 anni e il fratello maggiore di 33, per poi sparire nel nulla con l’arma del delitto. Il presunto killer, che secondo i media locali dovrebbe avere problemi mentali, non ha opposto resistenza ed è stato accompagnato negli uffici della polizia ferroviaria: lì il confronto tra le sue impronte e quelle inserite in banca dati ha dato esito positivo, anche se i poliziotti guidati dal dirigente Nunzio Trabace hanno comunque atteso la conferma di un dattiloscopista della Scientifica per avere la certezza dell’identità del trentunenne, che aveva con sé la tessera dell’Opera San Francesco con le generalità di un cittadino kosovaro. Da lì sono scattate le manette, con successivo trasferimento a San Vittore; ora la questione diventerà materia per i giudici, in vista dell’estradizione Oltralpe. Stando a quanto emerso, già il 25 giugno, a tre giorni dalla fuga di A. dalla Francia, la divisione Sirene del Servizio di cooperazione internazionale di polizia e la squadra Fast specializzata per la ricerca dei fuggitivi hanno ipotizzato che il trentunenne potesse essere scappato in Italia, ma in quel momento la "dritta" non ha portato risultati. Mercoledì, poi, gli investigatori della Polfer hanno incrociato quella faccia, proprio sotto l’opera del celebre scultore in altri tempi utilizzato dai migranti per trovare un po’ di refrigerio nelle giornate più soleggiate: la tessera con il nome finto ha insospettito ancor di più gli agenti, innescando la procedura di verifica che ha dato il riscontro definitivo sulla vera identità di Arian A.
I resoconti dei quotidiani francesi dicono che il padre, originario del Kosovo, è arrivato in Francia da rifugiato politico e ha messo su famiglia con la moglie. I vicini hanno riferito che il primo dei tre figli, ucciso dal fratello il 22, si era trasferito a Montpellier per diventare un pilota di linea, salvo rientrare ad Argenteuil nei mesi scorsi per stare accanto alla madre dopo la morte del papà. Non è ancora chiaro il movente del delitto, anche se i residenti hanno ipotizzato che il trentatreenne abbia provato in tutti i modi il fratello minore a curarsi e ad assumere i medicinali che gli venivano prescritti. Consigli che avrebbe generato tensioni in famiglia, fino all’assalto letale.
Nicola Palma