"Il “guru“ scarcerato? È ancora pericoloso"

Giacomo Oldrati a settembre entrerà in una Rems. L’appello della vittima, Beatrice Fraschini: potrebbe colpire altre ragazze

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di Andrea Gianni

Il “guru del corallo“ Giacomo Oldrati, dal carcere, ha detto di essere "certo che non rifarò più del male". Una delle sue vittime, la milanese Beatrice Fraschini, che riuscì a fuggire dopo essere stata segregata e picchiata in casa per quattro giorni ed è divenuta un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, chiede però di vigilare attentamente, per evitare nuovo dolore. "Sono convinta che non sia cambiato e che sia ancora pericoloso – spiega – non ho paura per me quanto piuttosto per altre ragazze, che in futuro potrebbero subire quello che ho subito io". A settembre infatti Oldrati, che si è guadagnato il soprannome perché in passato drogava le vittime con una sostanza ricavata dai funghi del corallo, lascerà il carcere di San Vittore, dove sta scontando la condanna a quattro anni per il sequestro e le violenze nei confronti della sua ex fidanzata, Beatrice Fraschini. Verrà trasferito in una Rems, una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, visti i suoi disturbi mentali. Primo passo di un percorso che potrebbe portare nei prossimi mesi a una sua definitiva liberazione, sulla base delle valutazioni dei magistrati.

Intanto è imputato a Milano in un nuovo processo, con al centro l’accusa di maltrattamenti, scaturito dalle denunce presentate dalla 29enne Beatrice Fraschini. Una nuova perizia ha confermato il "vizio parziale di mente", stabilendo però la capacità di sostenere il processo con udienza fissata per il prossimo 20 settembre davanti al Tribunale collegiale di Milano. Beatrice, assistita dall’avvocato Patrizio Nicolò, si è costituita parte civile nei confronti dell’uomo, che ora rischia una nuova condanna. Verranno ripercorsi in aula maltrattamenti e violenze che si sommano a quelle già al centro del primo processo milanese, concluso con la condanna a sei anni di carcere poi ridotti a quattro in appello. "Per me è stato un incubo – spiega Beatrice, che lo scorso 4 giugno si è sposata e ha iniziato una nuova vita – e non voglio che altre donne si trovino nella stessa condizione. Oldrati ha giù usufruito dello sconto di pena per la sua buona condotta in carcere, ma secondo noi continua a essere una persona pericolosa per gli altri e prima di prendere ogni decisione va fatta una valutazione attenta. Probabilmente mi considera la persone che ha provocato la sua carcerazione: non ho paura per me, quanto piuttosto per i miei genitori che si sono esposti". Tre anni fa, nel giugno 2019, Beatrice era stata segregata nell’appartamento in via Biella a Milano, nel quartiere Barona. Per quattro giorni ha subito violenze, percosse e minacce di morte, fino a quando ha trovato il coraggio di saltare dal balcone al secondo piano, ha raggiunto la strada e si è rifugiata in un panificio, chiedendo aiuto. Gesto che ha portato all’arresto di Oldrati. Il “guru“, condannato a Milano, era stato prosciolto per altri fatti analoghi a Bologna, dopo essere stato riconosciuto da altri periti come infermo di mente.

Risale al 2012 l’incubo vissuto da quattro ragazze bolognesi. Una fu anche chiusa in casa da Oldrati, che tentò di soffocarla, le estirpò un neo con le forbici, le tagliò i capelli con un coltello. Alcuni giorni dopo, a Cervia, la costrinse ad atti sessuali. Ma di quelle violenze, Oldrati non ha mai risposto: per i giudici bolognesi, che lo hanno assolto nei due gradi di giudizio, era totalmente incapace di intendere e volere. E quell’assoluzione impedì anche qualunque tipo di risarcimento alle vittime. Una non si arrese ricorrendo in Cassazione, la quale però rimandò al mittente la richiesta ’tombando’ i fatti bolognesi e riconfermando il vizio totale di mente del “guru“. Fine della storia, penale e civile. Nel 2019 Oldrati è tornato a colpire a Milano. Per Beatrice Fraschini, la sua ultima vittima, l’incubo "non deve più ripetersi".

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