Il corteo che unisce. Famiglie, adolescenti e nonni con i nipotini: "Ricordiamo chi siamo"

Cartelloni sulla Resistenza, contro la guerra e le censure in televisione. Tra i commenti: "Oggi più che mai c’è bisogno di ribadire i nostri valori". I più giovani rispondono alle domande di storia. "Matteotti? Ucciso 100 anni fa".

Il corteo che unisce. Famiglie, adolescenti e nonni con i nipotini: "Ricordiamo chi siamo"

Il corteo che unisce. Famiglie, adolescenti e nonni con i nipotini: "Ricordiamo chi siamo"

di Marianna Vazzana

Il corteo unisce le generazioni. "Quest’anno molto di più". E lo notano tanti manifestanti guardandosi attorno in questo 25 Aprile, mentre in strada camminano gruppi di adolescenti con i cartelli in mano ma anche nonni con in braccio i nipotini e famiglie al completo. "Perché è importante esserci", dice Daniela, che spinge la carrozzina di suo figlio disabile svoltando in via Palestro "dato che corso Venezia è completamente invaso e non si cammina". Scene dal corteo. La fermata del metrò Palestro è il punto in cui la folla in arrivo si concentra. In certi momenti si fatica addirittura a trovare posto sulla scalinata per raggiungere la strada. Intanto, la manifestazione è già partita alla volta di piazza Duomo. Tre adolescenti, due di 16 anni e uno di 17, aspettano l’attimo buono per salire dalla banchina. "Abbiamo preparato dei cartelloni: “Non è libero un popolo che ne opprime un altro“, “Rai il nuovo istituto Luce“, “Contro ogni oppressione e sopraffazione ora e sempre Resistenza“". Riferimenti al contesto internazionale, alle polemiche sui "monologhi censurati", al motivo per cui, "dopo 79 anni siamo qui a sfilare". Sono preparati. Non impallidiscono davanti alle domande. Sanno che quest’anno cade il centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti, "il politico antifascista che denunciò i crimini di Mussolini, segretario del Partito socialista unitario ucciso dai fascisti". Lo stesso risponde Giorgio Sciffo, diciannovenne, studente di liceo linguistico a Monza, che quest’anno affronterà la maturità. "Questo per me è il giorno più importante della storia d’Italia", ci tiene adire. Continua Alice Ballabio, diciottenne: "Abbiamo approfondito l’argomento a scuola, abbiamo letto libri sulla lotta contro il fascismo". La manifestazione unisce generazioni ma anche tante anime. "Io ho la bandiera di Assopace Palestina e sono iscritta all’Anpi – sottolinea Gabriella Masotta –. Sono per il “Cessate il fuoco ovunque“".

Tra le donne che sfilano insieme ai loro bimbi c’è Angela Mancusi, con la sua piccola di 2 anni. "Siamo tanti genitori, tante famiglie unite. Ed è importante. Io, la mia bimba l’ho sempre portata. Non ho saltato la manifestazione neppure quando avevo il pancione. Il motivo più importante? Dire che siamo antifascisti. Tutta l’Italia dovrebbe esserlo, c’è bisogno di ribadirlo". E lo ribadisce Achille Dicorato, nonno di 67 anni, con il nipotino in braccio: "Siamo qui per dimostrare che il valore dell’antifascismo unisce più gente di quanto ci si possa immaginare. Io voglio sperare che qui, ora, ci siano anche persone che hanno votato l’attuale governo, perché l’antifascismo deve mettere d’accordo tutti. Deve essere davvero la base unitaria, prima che arrivino le differenze".

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