
Il ristorante Il Cormorano di via Poliziano
Milano – La pioggia di disdette si è abbattuta all’improvviso e in maniera rovinosa. Esattamente una settimana fa, una 31enne si è risvegliata nuda nel cuore della notte nel ristorante Il Cormorano di via Poliziano, chiuso a quell’ora. Le circostanze hanno fatto temere che fosse stata vittima di abusi, ma le indagini dei carabinieri e gli accertamenti al centro antiviolenza della clinica Mangiagalli hanno al momento escluso lo scenario più drammatico: con ogni probabilità, la donna, che aveva partecipato a una cena di compleanno con un’altra cinquantina di ex colleghi, si è semplicemente addormentata in bagno poco dopo mezzanotte, per risvegliarsi dopo più di quattro ore e chiedere aiuto al 112 dopo aver riacquistato lucidità.
Da quel giorno, però, il giro di clienti al Cormorano si è drasticamente ridotto: da 120 commensali a sera si è passati a una quindicina di coperti, con calo di medesime proporzioni pure a pranzo. Senza dimenticare le rinunce in serie ai "banchetti" prenotati dalle aziende per Natale: tutto cancellato, o quasi.
Un danno d’immagine che ha generato a catena un ammanco economico non di poco conto. Da qui l’appello dei titolari del locale, che tengono a precisare al Giorno: “Il nostro è un locale sicuro, da sempre frequentato da famiglie e da residenti della zona – chiarisce uno dei soci – Purtroppo questa storia ha finito per bollare il nostro ristorante e per allontanare la clientela. Vogliamo soltanto dire che noi abbiamo sempre garantito e continueremo a garantire massima efficienza sia nella selezione degli alimenti che serviamo ai tavoli sia nell’accoglienza delle persone che scelgono il nostro locale”. Di più: è stato proprio grazie alle immagini delle telecamere interne, “subito fornite alle forze dell’ordine”, che gli investigatori sono riusciti a ricostruire con esattezza cosa sia accaduto quella sera, analizzando i filmati registrati dall’occhio elettronico installato davanti all’ingresso dell’area dei bagni.
“È vero che non abbiamo fatto il giro di controllo nelle toilette prima della chiusura – aggiungono – ma è altrettanto vero che non siamo una discoteca, con tutto il rispetto per le discoteche, e che in quel momento il direttore e gli altri dipendenti erano impegnati in cassa e a sistemare le ultime cose prima della chiusura: in ogni caso, ci servirà di lezione per il futuro”. Un futuro che sperano diverso e migliore rispetto all’ultima settimana da incubo: "Siamo finiti in una spirale di coincidenze negative, ora vogliamo rialzarci con l’aiuto dei clienti".