
Milano – “Who fact checks the fact checker". La scritta rossa a caratteri cubitali campeggia su un muretto con vista mare. L’autore sta seduto in cima con le gambe penzoloni, per farsi immortalare in costume, maglietta e cappellino di fianco alla sua "opera". Sotto la frase, che in italiano suona più o meno "Chi verifica i fatti di chi verifica i fatti", c’è una tag che identifica il graffitaro. La foto, postata qualche giorno fa, non è associata a un luogo preciso, ma è una delle tante che dà conto via social delle scorribande dei writer, sia in trasferta da Milano e hinterland sia dall’estero, nei luoghi di vacanza.
Nell’estate che ha riportato prepotentemente alla ribalta il problema degli assalti vandalici, con il plateale raid sul tetto della Galleria Vittorio Emanuele andato in scena una ventina di giorni fa, i membri delle crew più note all’ombra della Madonnina non hanno rinunciato alle cattive abitudini, già descritte in passato: gli scorci più suggestivi delle località scelte per le ferie si sono trasformati in tele da imbrattare con vernice e bombolette spray.
Basta fare un rapido giro su Instagram per trovare diversi esempi. A Napoli, a metà luglio, una decina di ragazzi si è radunata su una scogliera per un mega disegno da completare in giornata: l’istantanea immortala la figura di un uomo coi capelli biondi che stringe nella mano destra un pugno di banconote. Nel gruppo, stando a quanto risulta, c’era pure un ex membro della "Wca", acronimo che sta per "We can all", la notissima formazione di writer che ha colpito più volte i treni della metropolitana verde con la tecnica del "backjump" (graffito realizzato a tempo di record durante la sosta di un treno alla fermata) e che proprio per quei blitz è finita pure sotto inchiesta (con proscioglimento in udienza preliminare "perché il fatto non sussiste").
Sempre in Campania, si segnalano un’altra maxi scritta blu su una casupola mezza distrutta in riva al mare e tracce del passaggio dei vandali nel Parco nazionale del Cilento. Non solo i milanesi, però. Il web dà conto pure delle "imprese" di graffitari stranieri in vacanza nel Belpaese, a cominciare da un giovane olandese che si è fatto fotografare tra gli scogli deturpati con vernice bianca e nera. Scarabocchi con bomboletta nera pure sui muri esterni di una villa in riva al lago Maggiore.
Nella carrellata di sfregi, non si possono non ricordare gli schizzi di vernice rossa che poco più di un mese fa hanno deturpato uno dei punti più suggestivi della Riviera ligure, il Leone di pietra di Capo Noli, anche se al momento le indagini non hanno fatto emergere link con writer collegati a crew milanesi.
Come detto, non è la prima estate che ci troviamo a riferire di episodi del genere: già nel 2021 avevamo dato conto delle incursioni dei graffitari da Rimini alla Spagna, con tag che indicavano in alcuni casi la presenza di giovani della Dlr ("Delirium) o della Gb ("Gioventù bruciata"). "Come ogni anno, purtroppo, i writer vandalici milanesi e i writer turisti stranieri continuano l’attività nei luoghi di vacanza, lasciando tracce del loro passaggio e danneggiando così la bellezza dei nostri paesaggi", riflette Fabiola Minoletti, esperta del fenomeno e vicepresidente del Coordinamento dei comitati cittadini. I profili social "diventano le loro vetrine – aggiunge – anche se non sempre riusciamo a capire dove abbiano agito. Tuttavia, le foto lasciano una traccia inequivocabile". Da qui la riflessione: "Anche il nostro patrimonio paesaggistico naturale va tutelato: chi ripulirà quelle scritte?".