I video-interpreti in lingua dei segni su tutti i mezzi di soccorso del 118

Areu e Regione Lombardia collaborano per fornire un servizio di video-interpretariato a distanza sui mezzi di emergenza-urgenza, per facilitare la comunicazione tra operatori del 118 e pazienti sordi. Un progetto per un sistema sociosanitario sempre più inclusivo.

Cosa succede quando una persona sorda viene soccorsa da un’ambulanza e a bordo non c’è qualcuno che conosca la lingua dei segni, o Lis? Succede che, da ieri, su tutti i mezzi dell’Areu (ambulanze, automediche, auto infermieristiche, elicotteri) si trovano adesivi con un Qr code che, se inquadrato con uno smartphone o un tablet, consente di accedere all’istante (entro un minuto) a un servizio di video-interpretariato a distanza, in diretta, che aiuterà la comunicazione tra i pazienti sordi - ovviamente nel caso in cui le loro condizioni lo permettano - e gli operatori del 118, fornendo uno strumento prezioso per facilitare la collaborazione del malato e la sua comprensione delle procedure necessarie durante l’intervento sanitario.

Il servizio di video-interpretariato, che si chiama Lombardia-Lis, esisteva già ed è a disposizione gratis di tutte le persone sorde e di tutte le strutture pubbliche e private accreditate e dei servizi sociosanitari lombardi (dai Cup e gli uffici Scelta e revoca ai pronto soccorso, dai centri prelievi e vaccinali a reparti e ambulatori),dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 17 sia con attivazione istantanea che su prenotazione, di notte e nei festivi e pre-festivi su appuntamento (per informazioni consultare il sito www.lombardialis.it). Un progetto finanziato dalla Regione via assessorato alla Famiglia e disabilità col piano triennale 2020-22 e confermato nel successivo 2023-25, implementato dall’Ats Metropolitana di Milano in collaborazione con l’associazione Emergenza sordi Aps.

La novità è la collaborazione con l’Areu, che porta il video-interpretariato sui mezzi di emergenza-urgenza e "ancora una volta testimonia l’impegno della Regione per un sistema sociosanitario sempre più inclusivo", sottolinea Elena Lucchini, assessora a Famiglia e disabilità della Regione.

Giulia Bonezzi