MONICA AUTUNNO
Cronaca

Hanna uccisa a Pozzuolo Martesana: la solidarietà dei cittadini e una lapide per la ballerina

Nessuno dalla Bielorussia ha reclamato la sua salma. E allora il paese in questi mesi si è stretto nel ricordo di una donna sfortunata

Hanna Herasimchyk la ballerina bielorussa di 46 anni uccisa dal compagno nel palazzo di Trecella di Pozzuolo Martesana dove viveva (foto sotto) il 12 giugno

Hanna Herasimchyk la ballerina bielorussa di 46 anni uccisa dal compagno nel palazzo di Trecella di Pozzuolo Martesana dove viveva (foto sotto) il 12 giugno

Pozzuolo Martesana (Milano) – Il saluto affettuoso della comunità e una scarpetta rossa stilizzata sulla lapide di Hanna Herasimchyk, l’ex ballerina bielorussa 46 enne uccisa nel suo appartamento di Trecella di Pozzuolo Martesana il 12 giugno 2024. Del delitto è accusato l’allora compagno, un polacco 43 enne. Hanna ha riposato quasi nove mesi in una sepoltura provvisoria nel piccolo cimitero della frazione. Un poco di terra e un mazzo di fiori.  Ma proprio il paese che l’aveva accolta da tre anni, che ha provato pena per la sua perdita, e sgomento per il fatto di sangue consumatosi nel piccolo centro, ha detto basta. Una raccolta di fondi, promossa da un commerciante del borgo. La solidarietà di tanti paesani, e l’appoggio del Comune. Ora, tomba e lapide sono quasi pronte. La tumulazione è prevista - salvo ritardi o intoppi - per la mattina del 12 maggio.

Nessuno in questi mesi ha reclamato il corpo della donna scomparsa. “Nessuno, almeno formalmente – racconta dal comune l’assessora ai Servizi sociali Stefania Pedroni –. Avevano contattato il sindaco dei parenti dal suo paese d’origine. Ma non vi è stato seguito, e comunque il corpo non si può spostare sino a processo concluso. Intanto provvediamo. E se nessuno la reclamerà più, resterà qui con noi”. La morte di Hanna risale alla notte fra l’11 e il 12 giugno 2024. Il corpo senza vita era stato ritrovato nella giornata del 13, riportava ecchimosi e segni di asfissia. Per mesi, un giallo.

Fino alla svolta di dicembre, e al fermo, con l’accusa di omicidio aggravato, del convivente. Il femminicidio era stato consumato nella notte, al culmine di una lite. C’erano stati alterchi precedenti, spesso segnalati dai vicini di casa. Quella notte, invece, tutto si era consumato in un inspiegabile silenzio. Una morte muta. Hanna era bionda e silenziosa. Pochi in paese la conoscevano bene. “Eppure – così Pedroni – e tengo davvero a sottolinearlo, la mobilitazione è stata grande, commovente. Il gestore di un bar è partito, i cittadini hanno aderito, il comune naturalmente anche. Nella convinzione, che ci unisce, che non si potesse più aspettare. Non sarebbe stato giusto”.

La lapide riporterà una frase con l’omaggio della comunità di Pozzuolo e Trecella. L’idea della scarpetta rossa: “Quella, mi piace dirlo, l’ho avuta io. Mi piace pensare che chi passerà davanti alla tomba si fermerà qualche istante a riflettere”. Anche, non solo, sulla scorta del drammatico caso, a Pozzuolo Martesana l’azione di sensibilizzazione sulla violenza alle donne sta conoscendo un nuovo impulso. Un primo vertice fra associazioni, comune ed enti ha ratificato l’avvio di un percorso che porterà a un protocollo di “responsabilità condivisa”. Un secondo incontro, pubblico, è già fissato per fine mese.

 mail: monica.autunno@ilgiorno.it