ANNA GIORGI
Cronaca

Hacker cinese arrestato a Malpensa, Zewei Xu respinge le accuse: “Uno scambio di persona, violato il mio account”

La difesa dell’informatico: “Chi farebbe spionaggio con il proprio nome e cognome?”, Il legale: il suo smartphone fu rubato. Pronta la richiesta di domiciliari, in carcere la visita dei funzionari di Pechino

Zewei Xu, il cinese 33enne arrestato il 3 luglio dalla Polizia a Malpensa su mandato Usa

Zewei Xu, il cinese 33enne arrestato il 3 luglio dalla Polizia a Malpensa su mandato Usa

Milano, 9 luglio 2025 – Enrico Giarda, l’avvocato difensore di Zewei Xu, il cinese 33enne arrestato il 3 luglio dalla polizia a Malpensa su mandato Usa, con accuse di hackeraggio e spionaggio, punta sullo “scambio di persona”, su un “errore nell’identità” del suo assistito, al quale, “era stato rubato in passato anche un telefono”, spiega.

Un furto misterioso che potrebbe aver avuto risvolti sulla vicenda dello scambio di persona. Al signor Xu sarebbero stati ricondotti anche due alias, tutti elementi sui quali gli investigatori stanno cercando di fare luce. “Non avevo motivo per compiere ciò che mi viene contestato, qualcuno potrebbe aver violato e usato il mio account. Nel 2019-2020 sparì un mio telefono, che motivo avevo per fare spionaggio usando un account col mio nome e cognome?”, ha spiegato ieri mattina il 33enne, IT manager per un’azienda di Shanghai nell’udienza che si è tenuta davanti alla giudice Veronica Tallarida della Corte d’Appello di Milano che il 4 luglio ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere a Varese (è detenuto a Busto Arsizio).

L’udienza di ieri mattina è stata “tecnica”, c’è stata l’identificazione e la richiesta del consenso alla estradizione formulata dagli Stati Uniti nell’inchiesta dell’Fbi. Consenso che, ovviamente, il 33enne - bloccato in aeroporto la mattina di cinque giorni fa “eravamo in vacanza”, ha raccontato la moglie, presente in aula - non ha dato. Il manager cinese ha raccontato in aula, assistito dal suo avvocato, che lui “non ha nulla a che fare con questa vicenda”. E ancora ha insistito: “Qualcuno potrebbe avere usato la mia identità, il mio nome e cognome molto diffuso, utilizzando il mio account mail”. Al centro delle indagini, infatti, c’è proprio l’account rintracciato che, secondo l’Fbi, sarebbe di Xu e che sarebbe stato usato per le attività di spionaggio.

Entro dieci giorni dall’arresto, come chiarito dall’avvocato Giarda, il ministero della Giustizia italiano dovrà far sapere alla Corte milanese se intende confermare il provvedimento ai fini dell’estradizione. Poi, entro 40 giorni gli Usa dovranno far pervenire tutti gli atti della richiesta di estradizione. Un’udienza, dunque, per il via libera o meno alla consegna agli Stati Uniti, dovrebbe tenersi non prima di settembre. Intanto, la difesa sta lavorando ad una “richiesta di arresti domiciliari”. La moglie del manager, 32 anni, insegnante di matematica a Shanghai, sta cercando una casa a Milano da prendere in affitto per stare vicino al marito.

Già nei prossimi giorni il legale potrebbe avanzare l’istanza dei domiciliari ai giudici della quinta penale d’appello. “Perché è stato identificato proprio lui dagli Usa? È questo che ci chiediamo”, ha spiegato Giarda. Al centro delle indagini c’è proprio quel profilo che, secondo l’Fbi, sarebbe di Xu e che sarebbe servito per condividere informazioni con alcuni ’complici’, sempre al soldo del governo cinese, inoltre sarebbe servito ad entrare nei pc, sfruttando falle dei sistemi di rete, e a portare via dati sulle politiche governative e sull’attività di ricercatori e professori dell’Università del Texas impegnati nella lotta contro il Covid. Una accusa molto circostanziata che la coppia respinge con fermezza. “Umanamente sono molto spaesati, erano in vacanza e ora lui è in carcere con accuse impegnative e difficili da comprendere”, ha aggiunto Giarda. Il consolato cinese, intanto, ha chiesto e ottenuto una visita in carcere per un colloquio con il manager.