Gratteri sulla mafia a Milano: “Supermercati e locali dell’hinterland in mano alla ‘ndrangheta”

Il procuratore di Napoli ha spiegato come si sia arrivati alle infiltrazioni mafiose nelle attività commerciali in Lombardia e, in particolare, nel Milanese

Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri

Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri

Tutti i supermercati dell'hinterland milanese sono in mano alla ‘ndrangheta, idem i locali di divertimento dove vanno i vip”. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri intervenendo a Palermo al convegno “Le rotte e le logiche del traffico internazionale di stupefacenti e le evoluzioni della criminalità organizzata transnazionale” organizzato dalla Scuola Superiore della Magistratura, dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, con il Programma Falcone Borsellino del Ministero degli Affari Esteri.

"Il salto di qualità della 'ndrangheta si ha nel '69 quando in un santuario di San Luca si decise la doppia affiliazione: stabilendo che un capo ‘ndrangheta poteva entrare nelle logge massoniche deviate. All'interno delle logge c'erano magistrati, esponenti delle forze dell'ordine, delle istituzioni e ciò ovviamente favorì certi rapporti e fece fare un passo avanti alle 'ndrine. Per anni abbiamo continuato a parlare di n’drangheta stracciona, sottovalutando questo fatto. Coi soldi dei sequestri di persona poi la ‘ndrangheta ha deciso di investire nel narcotraffico. Negli anni '90 ci fu una forte richiesta di cocaina, allora la ‘ndrangheta mandò in Colombia decine di broker a comprare la droga a prezzi più bassi”, ha spiegato.

“Perché la Dea è la polizia più forte del mondo? - ha spiegato - Perché spende, investe...E ottiene risultati. L'Italia che da sempre è stata leader nel mondo di tecniche di indagine ha perso il suo know how e per recuperarlo deve investire”.