Milano – Una recinzione come parete. Un prato come tappeto. Un’area giochi a disposizione a ogni ora. Per i bambini è una vacanza in mezzo alla natura. Per i genitori è una parentesi di disperazione che sperano di poter chiudere presto, conquistando un tetto sopra la testa – almeno vero, seppur temporaneo – che vada a sostituirsi alla tenda che ora è l’unica casa che possono permettersi. “C’è una famiglia accampata sul prato”. La voce ha iniziato a circolare tra i residenti del Gratosoglio nei giorni scorsi, ed effettivamente una madre, un padre e cinque bambini stanno vivendo in un rifugio di fortuna allestito in un fazzoletto verde a ridosso di via Costantino Baroni, tra la comunità Oklahoma e il giardinetto di fronte alle case popolari.

Il racconto di papà David
David Vargas Flores, il padre, di 27 anni, racconta la loro storia: “Io sono arrivato in Italia dal Perù a marzo del 2024, da solo. Sono regolare. Lavoravo come addetto alle pulizie ma ora ho perso il lavoro”. Lo scorso dicembre lo ha raggiunto – sempre dal Perù – la moglie Noemi, trentenne, con tutti i figli, due gemelle di 10 anni e una bimba di 7 (nate da una precedente relazione), un maschietto di 3 e il più piccolo di 10 mesi. “Lei è qui con un visto, ha l’appuntamento in Questura per avviare la pratica per il permesso di soggiorno”.
L’appello: “Vorrei un lavoro e una sistemazione provvisoria”
Per tre mesi, la famiglia è stata ospitata da parenti fuori Milano. “Ma siamo dovuti andare via, perché in quella casa (in affitto) eravamo in troppi. Io lavoravo in nero, ho chiesto un contratto regolare per provare ad affittare un alloggio ma non l’ho avuto”. Anzi, David spiega di aver perso il lavoro proprio per quella richiesta. “Così eccoci qui. Vorrei un lavoro e, intanto, una sistemazione provvisoria per la famiglia” (La video intervista). In una situazione del genere, i bimbi non vanno neppure a scuola. “Non tornerò indietro, siamo dovuti scappare dal Perù – dice Noemi – per gravi motivi. Non avevo scelta”.

La mobilitazione del quartiere
Dopo aver lasciato la casa “sovraffollata“, la famiglia si è accampata a Rozzano. “Ho comprato due tende di seconda mano”, fa sapere David. Poi, la decisione di andare a Gratosoglio “perché possiamo mangiare nella mensa di via Saponaro, gestita dalla Fondazione Fratelli di San Francesco”. Per la doccia “andiamo alla Casa della Carità” a Crescenzago. Intanto, a Gratosoglio “si è creata una rete di solidarietà”, sottolinea Mario Donadio, il ‘super volontario’ che ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro a dicembre.
"Persone gentili e ordinate, si trovi una soluzione”
Saverio Navolio, tra i cittadini, è stato il primo a darsi da fare: “Per alcuni giorni la famiglia ha dormito in una baracca, in un orto. Ma ha dovuto abbandonare anche questa sistemazione. Risultato: da domenica è accampata. Queste persone sono gentili e ordinate, i bambini hanno fatto amicizia con gli altri”. Tanti portano cibo e vestiti (ma non solo), come Cristina Campanini dell’associazione Aiutility. Si stanno mobilitando anche il parroco di quartiere, don Paolo Steffano, e il presidente del Municipio 5 Natale Carapellese: “Ho informato i Servizi sociali. L’obiettivo è trovare una soluzione che consenta a questa famiglia di restare unita. E bisogna fare in fretta, prima che arrivi la pioggia”.