
Domenico Megna vicepreside del Caterina da Siena davanti a uno dei due ascensori della scuola, quello ko da anni
Giulia non ha più alcun bisogno né di ascensore né di personale dedicato né di una scuola: l’osteosarcoma ha avuto la meglio, se l’è portata via. È successo sabato. La Città Metropolitana di Milano e la ditta alla quale è stata appaltata la sostituzione del quadro elettrico dell’elevatore dell’Istituto Caterina da Siena possono continuare ad attendere. Non c’è fretta, ormai. Giulia non può più averne. Ci siamo occupati di lei il 23 febbraio scorso, quando abbiamo raccontato di questa adolescente di 14 anni col desiderio di studiare grafica pubblicitaria alle scuole superiori, una volta finita la terza media. Un obiettivo ordinario, un desiderio comune.
Giulia, però, stava combattendo contro un tumore raro alle ossa. Un tumore per il quale si era reso necessario amputarle una gamba. Per questo sedeva e si muoveva sulla sedia a rotelle. Per questo era in cura al reparto di Pediatria Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Per questo ad occuparsi dei suoi studi erano la scuola interna al reparto e l’attivissimo Comitato Genitori, coordinato da Luca Pellizzer, che in quei giorni decise di denunciare quanto stava avvenendo perché, piaccia o no, ancora oggi il diritto all’istruzione è universale, ma solo per alcuni, solo a certe condizioni. Nel caso di Giulia, due istituti superiori di Milano hanno respinto la sua richiesta di iscrizione. Il primo è stato l’Istituto Rizzoli, che ha fatto sapere di non avere personale per seguirla. Il secondo è stato l’Istituto Caterina da Siena, che ha fatto sapere di non poterle garantire l’accesso in sicurezza al secondo piano dell’edificio, quello dove ci sono i laboratori di grafica pubblicitaria, perché uno dei due ascensori della scuola funziona male, si blocca di frequente, mentre il secondo è fuori uso da tempo immemore, non è più a norma.
Interpellata da Il Giorno , la Città Metropolitana di Milano, l’ente erede della Provincia, l’ente competente per l’edilizia scolastica degli istituti superiori, fece sapere che erano già stati previsti lavori per ambo gli ascensori. Per quanto riguardava, in particolare, l’ascensore malfunzionante, Città Metropolitana precisò che era da sostituire "il quadro elettrico di manovra" perché i malfunzionamenti sembrava potessero derivare "da cali di tensione nella linea, esterna alla scuola". Tale intervento – ci si disse – era previsto per metà febbraio 2023, non fosse che si sono messi di mezzo "ritardi nell’approvvigionamento dei materiali". Coincidenza o no, è la stessa ragione con la quale, sempre lo stesso consigliere delegato della Città Metropolitana, Roberto Maviglia, il 31 ottobre 2017, in una congiuntura diversa dall’attuale, spiegò lo stallo nella riparazione dell’ascensore dell’Istituto Marignoni-Polo: qui gli studenti con disabilità venivano portati in classe dal preside e dai suoi collaboratori che, facendo forza sulle braccia, sollevavano le carrozzine oltre i gradini delle scale.
In questo caso, invece, nessuno potrà portare in classe Giulia. Un’adolescente se n’è andata senza che nessuno sia stato in grado di dirle: "Sì, puoi iscriverti a scuola". Amaro Pellizzer: "Mi ritrovo a riflettere, con grande tristezza, su come sia stato possibile che una ragazza di 14 anni sia morta senza aver avuto la possibilità di sapere che la scuola dove sarebbe voluta andare, e dove è stata rifiutata, avrebbe fatto tutto il possibile per permetterle di frequentare le lezioni. Mi chiedo come sia possibile nel 2023, nella grande Milano e nella splendida Regione Lombardia, non essere in grado di garantire la scuola ad un disabile. Mi chiedo come sia possibile che, nonostante le denunce pubbliche, nessuno abbia mai preso il telefono per dire “ci stiamo provando“, “sistemeremo l’ascensore”. Nessuna risposta, silenzio".